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I pilastri del Napoli di Ancelotti

I pilastri del Napoli di Ancelotti. Dall’epopea con Maradona a De Laurentiis. Koulibaly, Allan e insigne guidano il nuovo corso azzurro.

Da quando il presidente Aurelio De Laurentiis ha preso in mano le redini della SSC Napoli, ossia nel 2004, la risalita della squadra che fu di Diego Armando Maradona è stato graduale ma importante. In ogni periodo di crescita fino ad ora vi sono stati una serie di allenatori che hanno dato un’impronta decisa al gioco e ai risultati ottenuti, in special modo gli ultimi tre, ossia Rafa Benitez, Maurizio Sarri e Carlo Ancelotti. Adesso che il tecnico emiliano, uno dei più vincenti di sempre, siede sulla panchina del San Paolo, in tanti hanno notato un miglioramento definitivo della squadra, soprattutto a livello mentale. Nella stagione attuale, ossia quella 2018-19, al di là dei punti conquistati e delle belle figure messe a referto, va sottolineata l’importanza di un nucleo di calciatori che sembrano praticamente insostituibili. Se, difatti, andiamo a vedere il minutaggio della squadra allenata da Ancelotti, notiamo come l’ex tecnico di Milan e Real Madrid non si privi praticamente mai di una serie di elementi.

I pilastri del Napoli di Ancelotti. Dall'epopea con Maradona a De Laurentiis. Koulibaly, Allan e insigne guidano il nuovo corso azzurro.
“Stadio San Paolo” by Davide Mancini (CC BY-ND 2.0)

Il primo è Kalidou Koulibaly. Il difensore senegalese è stato autore del goal che l’anno scorso stese la Juventus, una tra le favorite secondo le quote scommesse in Champions League di quest’anno, ed è ormai un punto di riferimento assoluto della squadra azzurra. Classe 1991, stiamo parlando di uno dei centrali più solidi e forti del momento, per il quale molti club sarebbero disposti a fare follie. Il senegalese è quest’anno il recordman di minutaggio nel Napoli ed è praticamente l’unico calciatore a non entrare mai nelle dinamiche del turnover di Ancelotti, vuoi per la sua solidità fisica e la sua velocissima capacità di recupero fisico ma anche per le energie minime da recuperare in quanto difensore centrale.

Insieme a lui c’è Allan Marques, un mediano vecchio stampo capace di eseguire la fase di interdizione come nessun altro ma altresì abile nell’associarsi ai compagni. Convocato per la prima volta in nazionale brasiliana dal tecnico Titè, il numero 5 azzurro è sempre stato impiegato da Ancelotti nelle partite che contano, anche perché nessun altro giocatore a disposizione possiede il suo stesso dinamismo, la sua dedizione e anche il suo attaccamento alla maglia. Non a caso è il secondo calciatore con più minuti della rosa azzurra fino a questo momento ed è l’unico insieme a Koulibaly ad avere giocato 20 partite su 20.

Il fantasista Lorenzo Insigne è terzo per ordine di apparizione con 19 presenze. Il numero 24 azzurro, che è anche vice capitano, ha finalmente conquistato lo scettro di trascinatore della squadra dopo un lungo periodo di gavetta. Parliamo, infatti, di un elemento tecnicamente molto dotato che ha dovuto però imparare a rendere alla grande ad altissimi livelli facendo a meno dei contatti fisici. Il suo metro e 64 di altezza non gli permetterà di fare a spallate, ma gli dà una grande stabilità e la possibilità di destreggiarsi meglio tra gli avversari. Insieme a Koulibaly ed Allan è uno dei pretoriani di Ancelotti, che fa leva su di loro per ottenere il meglio.