Conosci la storia del Grand hotel de Londres di Napoli? E’ stato primo esempio dell’art nouveau non solo a Napoli ma in Italia.
Costruito tra il 1895 e il 1899 ha segnato la storia dell’arte e del teatro internazionale.
Di Gabriella Cundari
La storia del Grand hotel de Londres di Napoli
Il Grand hotel de Londres è ubicato in piazza Municipio a Napoli , fu progettato dall’architetto Giovan Battista Comencini per conto della Società Veneta nell’ambito del risanamento della piazza e del malsano rione della Corsea (l’attuale rione Carità) e costruito tra il 1895 e il 1899.
Il palazzo è considerato primo importante esempio dell’art nouveau che avrà un glorioso filone in città, inaugurando la corrente del liberty napoletano: la facciata di stampo neo rinascimentale è molto sobria e colpisce l’uso di strutture metalliche, davvero innovativo all’epoca. Vero e proprio vanto dell’hotel erano gli interni e le loro decorazioni, oggi perdute per lo stravolgimento degli ambienti. Vi alloggiò -tra gli altri- Filippo Tommaso Marinetti in occasione di un evento futurista al teatro Mercadante nel 1910.
Il 9 ottobre 1921 il poeta insieme a Rodolfo De Angelis e Francesco Cangiullo compose, sempre in una stanza dell’albergo, il Teatro della sorpresa, manifesto teatrale futurista, scaramanticamente pubblicato due giorni dopo, l’11 ottobre, a Milano. Decaduto lentamente e inesorabilmente, ora è sede del TAR della Campania.
Molte le voci che si sono levate per la riqualificazione dell’Hotel de Londres , “un edificio straordinario che deve tornare ai napoletani”, come afferma l’architetto Rosi, fratello di Francesco Rosi regista del film “Le mani sulla città” Gli fa eco Nicola Pagliara. «Sì, basta. La città esordisce – non può continuare a stare zitta. La situazione è drammatica. Guardate la Riviera, la Villa Comunale, lo sventramento delle piazze”. Personalmente ricordo fino agli anni Settanta la bellissima birreria con affreschi sulle pareti che ritraevano in stile liberty l’October fest».
Unica nota positiva: nell’edificio è ospitato il Mamt (Museo mediterraneo dell’arte, della musica e delle Tradizioni di oltre 40 Paesi. Nato grazie alla Fondazione Mediterraneo presieduta da Michele Capasso), con un acronimo scelto proprio per evocare la pronuncia in napoletano di “tua madre” (mammeta), il Museo della Pace è legato al concetto di madre accogliente, di figura protettiva, proprio perché nasce con l’intenzione di insegnare accoglienza, apertura mentale e rispetto delle etnie e delle altrui tradizioni. Un intero piano del Museo è da un anno dedicato a Pino Daniele e l’esposizione permanente si chiama Pino Daniel Alive e si visita gratis