Napoli, ritiro punitivo o costruttivo? Ultima possibilità per Ancelotti

Napoli, ritiro punitivo o costruttivo? E’ la domanda che si stanno facendo in tanti, anche perché questa sembra veramente l’ultima chance per Ancelotti. 

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Il presidente lo ha confermato sulla panchina del Napoli, ma è chiaro che la crisi di risultati è troppo pesante per non essere valutata. Gli azzurri devono risalire la classifica, altrimenti addio qualificazione Champions.

 

La contraddizione di Ancelotti

Il ritiro del Napoli è punitivo o costruttivo? C’è da chiederselo perché Carlo Ancelotti alla vigilia del match di Champions League in cui Aurelio De Laurentiis aveva spedito tutti in ritiro (era solo un mese fa ndr) aveva commentato: “Mi chiedete se sono d’accordo con la decisione? No, non lo sono ma rispetto la decisione della società“. Insomma secondo il tecnico di Reggiolo il ritiro costruttivo imposto dalla SSC Napoli non serviva. Poi c’è stato l’ammutinamento del 5 novembre, la questione multe, la crisi di risultati ed il rischio esonero che incombe nonostante le parole di conferma pronunciate proprio ieri da De Laurentiis. Ora i calciatori sono tutti a Castel Volturno e ci resteranno almeno fino a sabato quando è in programma la sfida con l’Udinese. Il Napoli attualmente è settimo in classifica a 8 punti dalla zona Champions ed a distanze siderali dal primo posto dell’Inter che ha 37 punti. In campionato gli azzurri non vincono dalla sfida col Verona 2-0, poi il buio totale: 5 partite con 4 pareggi ed una sconfitta, in mezzo altri due pareggi (con un peso specifico maggiore) con il Salisburgo fuori casa ed il Liverpool.

 

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Insomma le cose in campionato non vanno proprio bene. Se basta un punto per qualificarsi agli ottavi di Champions, per risalire la classifica in campionato servirà un’impresa. Così Ancelotti ha deciso di far restare tutti a Castel Volturno. Ma il ritiro del Napoli è punitivo o costruttivo? E’ un dilemma che non si riesce facilmente a risolvere, perché se il tecnico non crede a certi metodi per recuperare il rapporto con i giocatori allora non si capisce perché lo abbia utilizzato, dato che proprio la società aveva dato nelle sue mani il potere di decidere se mandare o meno la squadra in ritiro. Eppure il gruppo ha bisogno di risolvere tutti i problemi che ha all’interno, di prendersi qualche responsabilità, come ha sottolineato Ancelotti dopo la sconfitta con il Bologna in conferenza stampa. Così la risposta al quesito potrebbe essere una via di mezzo che lascia qualche punto interrogativo, sia sull’efficacia di un provvedimento che è piaciuto a pochi, sia sulla natura dello stesso.

Carlo Ancelotti: "Il ritiro? Non sono d'accordo"

 

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