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Video: Troisi rinuncia a Sanremo: “troppa censura, devo decidere tra una poesia di Pascoli o di Carducci”

Massimo Troisi rinuncia a Sanremo. Il Festival del 1981 viene ricordato, non solo per gli arresti al Casinò, ma anche per il no di Troisi.

Troisi rinuncia al Festival di Sanremo del 1981. Quella edizione viene ricordata, non solo per gli arresti al Casinò, ma anche per la rinuncia in extremis di Massimo Troisi che si rifiutò di tagliare alcune parti del suo monologo come imposto dagli organi di censura della Rai.

Il 7 febbraio 1981,  l’edizione del festival presentata da Cecchetto, doveva avere come ospite Massimo Troisi.

Durante il pomeriggio, gli organizzatori del festival, leggono i testi che compongono il monologo che l’attore napoletano presenterà durante la serata. Gli argomenti che Troisi vorrebbe trattare, tra cui: l’Annunciazione e il Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, in visita ai terremotati dell’Irpinia  e una frase dell’attore: “Prenderò di mira i soliti bersagli, il potere verso il quale noi meridionali tremiamo. Comunque deciderò quando sarò in onda” , attivano la falce della censura.

La Rai propone al comico napoletano di tagliare le parti scabrose, di scrivere tutto l’intervento riducendo al minimo l’improvvisazione, di fare un solo intervento e non tre. Troisi non ci pensa due volte e se ne va da Sanremo.

VIDEO: TROISI RINUNCIA AL FESTIVAL DI SANREMO

Ecco il filmato, dall’archivio Rai, di Massimo Troisi che spiega a modo suo le ragioni del suo rifiuto a presenziare al Festival di San Remo.

1960, TOTO’ SI DIMETTE DALLA GIURIA DEL FESTIVAL DI SANREMO

Massimo Troisi non è il solo napoletano ad aver rinunciato al festival di Sanremo, nel 1960 anche Totò fu protagonista di un clamoroso rifiuto.

Nella lontana edizione del Festival di Sanremo del 1960, Totò venne scelto come presidente della commissione di Sanremo che avrebbe dovuto scegliere le canzoni da ammettere alla manifestazione. Del resto, lo stesso Totò aveva scritto alcune canzoni che erano diventate storiche, come “Malafemmena” e “Con te”. Ed era talmente entusiasta del ruolo, che decise di rifiutare il gettone giornaliero di cinquantamila lire, che all’epoca era uno stipendio mensile medio.

Ma l’idillio durò poco, perché Totò litigò con gli altri membri della giuria per l’ammissione di una canzone, che Totò avrebbe voluto fosse ammessa a Sanremo e che invece gli altri bocciarono. La canzone era “Parole”, e quando capì che gli altri non avrebbero votato per la sua ammissione, Totò decise di lasciare la giuria.
Non faccio l’uomo di paglia per Sanremo. La decisione di lasciare la presidenza divenne irrevocabile solo dopo che ebbi constatato che i membri della commissione“, spiegava ancora Totò, “non contenti di aver respinto il mio suggerimento, pretendevano che io modificassi la mia opinione e mi sottomettessi alla loro, firmando il verbale conclusivo“, raccontò ai giornali.