Cultura Napoletana

Il conservatorio di Napoli è stato il primo in Europa. Non tutti sanno che aveva uno scopo nobile

Il conservatorio di Napoli "San Pietro a Majella" è stato il primo in assoluto. La fondazione si deve allo spagnolo Giovanni di Tapia nel 1537

Il conservatorio di Napoli è stato il primo istituto deputato all’insegnamento della musica. Nel tempo questo riscosse sempre più successo e divenne il conservatorio più importante in tutta Europa.

Il Conservatorio di San Pietro a Majella

Forse non tutti sanno che il primo conservatorio nacque a Napoli; a dire il vero non fu istituito con la funzione di insegnare musica ma con quella di “conservare” e togliere i bambini napoletani, i famosi “scugnizzi” dalle strade dove fino ad allora crescevano tra stenti, povertà e sporcizia. La fondazione del primo conservatorio si deve allo spagnolo Giovanni di Tapia nel 1537 utilizzando una cappella vicino alla Chiesa di Santa Maria di Loreto che due anni prima fu allestita dal Maestro Francesco, un artigiano, proprio per accogliere i trovatelli.

Nacque così il “Conservatorio di Santa Maria di Loreto” che iniziò ad accogliere i bambini , sia maschi che femmine, dandogli un posto dove dormire, un’educazione e un apprendimento per un lavoro futuro che consisté, nella maggior parte, nell’insegnamento della musica per la formazione di cori per le funzioni religiose; col tempo crebbe di importanza e nel 1560 il conservatorio si trasferì in altri locali più ampi ma sempre nella zona vicina alla chiesa prima menzionata.

Scultura raffigurante Beethoven di Francesco Jerace (1895) posta nel chiostro grande

Il conservatorio di Napoli

Tra il 1570 e 1590 furono istituiti altri tre conservatori come quello di Sant’Onofrio nei pressi di Porta Capuana ( 1578 ); quello di Santa Maria della Pietà dei figlioli poi mutato in Conservatorio della Pietà dei Turchini ( 1583 ) per via del colore turchino dei abiti e berretti indossati dagli allievi e l’Istituto dei Poveri di Gesù Cristo in pieno centro storico affianco alla Chiesa dei Girolamini ( 1589 ). Tutti e quattro insegnavano musica e tutti e quattro erano conosciuti in ambito europeo.  Basti pensare che lì insegnavamo uomini del calibro di Alessandro Scarlatti o vi erano allievi come Pergolesi, Cimarosa e Farinelli.

Poi, col tempo, in seguito agli alti costi di mantenimento la vita dei quattro conservatori si rese difficile nel 1743 si iniziò a chiuderne il primo ossia quello “ dei Poveri di Gesù Cristo “ in seguito ad una brutta storia di omicidio di cui si macchiò il rettore che, oltre a rubare sui conti, uccise anche un ragazzino che lì era ospitato; per cancellarne le tracce fu trasformato in chiesa, precisamente la chiesa di Santa Maria della Colonna.

Il conservatorio di Napoli è stato il primo in Europa.

Reale Conservatorio di Musica di San Pietro a Majella

Nel 1808, quando davvero le loro finanze annaspavano, fu deciso di fondere i quattro conservatori in un solo e così nacque il “Real Collegio di Musica”, ubicato vicino al convento di San Sebastiano. Divenendo anch’esso sempre più importante, nel 1826 Francesco I di Borbone, volendole dare una sede più consona e prestigiosa, volle trasferirlo nella sede attuale in via San Pietro a Majella, facendogli assumere la denominazione di “Reale Conservatorio di Musica di San Pietro a Majella”.

Il conservatorio di Napoli e la canzone napoletana

Nel tempo il conservatorio di Napoli  riscosse sempre più successo e divenne il conservatorio più importante in tutta Europa … persino i Savoia capirono la sua importanza e nel 1862 lo statizzarono affiancando ad esso un convitto per ospitare allievi provenienti dall’estero. Molte celebrità lo diressero tra cui Donizzetti, Pasiello, Mercadante. Fu frequentato da personaggi del calibro di Bellini, Francesco Paolo Tosti, Luigi Denza, Eduardo Di Capua, Ernesto De Curtis, Rodolfo Falvo, Ruggero Leoncavallo.  Ma anche più attuali come il Maestro Riccardo Muti o Roberto De Simone e finanche Gigi D’Alessio … vabbè … questa ve la potevo risparmiare.

Io ho citato solo pochi nomi ma bastano già a far capire che tra queste mura si sviluppò la Canzone Classica Napoletana … basti ricordare che Francesco Paolo Tosti musicò “A Marechiaro” … a Luigi Denza si deve “Funiculì Funiculà ” … Rodolfo Falvo invece scrisse “Dicitincelle vuje” e “Guapparia” … Ernesto De Curtis musicò “Voce ‘e notte” mentre Eduardo di Capua fu l’autore di “ ‘O sole mio!” la canzone napoletana più famosa e più cantata nel mondo. Infine voglio ricordare l’ultimo cantautore napoletano di metà ‘900 … l’illustre Renato Carosone, colui che riportò in auge la canzone napoletana dopo tanti anni di declino.

Autore: Gino Campolongo

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