Koulibaly: “Io il più forte di tutti? Si diventa grandi quando ci sono i trofei!”

Koulibaly: “Io il più forte di tutti? Si diventa grandi quando ci sono i trofei, spero di raggiungere questo obiettivo qui a Napoli”.

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Kalidou Koulibaly, difensore del Napoli e uno dei migliori centrali al mondo, ha parlato al Corriere del Mezzogiorno sulla stagione della squadra di Ancelotti e sul suo futuro.

KK e la città

Kalidou Koulibaly, il muro del Napoli, ha rilasciato una recente intervista al Corriere del Mezzogiorno. Il difensore senegalese ha riferito del suo rapporto con la città partenopea: Città aperta e tollerante, come la mia Africa. Il golfo? Bello, bellissimo ma non è la Napoli che più mi piace”. Preferisce le passeggiate nel centro storico tra i Quartieri Spagnoli e la Sanità raccontando del “casino che c’è in strada”, dei sorrisi degli scugnizzi. “Lì dove tutto è più vero, dove c’è l’essenza del popolo”, aggiunge.

SUL MERCATO

Il difensore ha poi raccontato: “Sono un giocatore del Napoli e darò il cento per cento per vincere qualcosa con questa maglia. Il mercato è fatto di tante chiacchiere, io preferisco i fatti, che poi ci aiutano a vincere. E a diventare grandi insieme. Napoli mi ha dato tanto, dopo lo scetticismo iniziale la gente mi ha apprezzato. Vorrei dare in cambio un trofeo”.

SULL’ ARSENAL

“Per passare il turno ci vogliono cattiveria, concentrazione e testa. Sappiamo come si fa e ci crediamo fortemente, la città tutta deve starci dietro. Abbiamo bisogno anche del grande pubblico”. Il calciatore ha aggiunto: “Io il più forte di tutti? Un errore, sono cresciuto rispetto a cinque anni fa ma non ho ancora vinto nulla. Si diventa grandi quando nella bacheca ci sono i trofei, spero di raggiungere questo obiettivo qui a Napoli. Quest’anno sarebbe bellissimo e proveremo l’impresa, altrimenti sarà per la prossima stagione”.

SUL RAZZISMO

Il senegalese ha anche commentato gli episodi di razzismo: “Il tifoso bandito all’andata? Non mi ero accorto di nulla, ma sono stato contento della reazione dell’Arsenal. Sono molto avanti e l’Italia dovrebbe prendere la Premier League come esempio ma la strada credo sia lunga e difficile. Kean a Cagliari? Insulti e violenze, perché di questo si tratta, accadono ovunque. Mi è dispiaciuto per lui, anche se ha risposto sul campo con un grande gol, soprattutto perché qualcuno lo ha criticato per essere andato sotto la curva del Cagliari. Non ha fatto niente, per molto peggio nessuno si è scandalizzato. Ma forse è il colore della pelle che fa la differenza. Ripenso spesso ai fatti di Milano, ma quell’episodio ha aiutato la mia crescita anche come uomo. Dentro sento sempre la forza per combattere il razzismo, ma ho capito che reagire in campo è controproducente”.

 

 

 

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