IL MATTINO – Napoli, Gattuso abbandonato da tutto l’ambiente.

Aurelio De Laurentiis abbandona Gennaro Gattuso. Il patron non sarà presente allo stadio Maradona per Napoli-Granada

NapoliGennaro Gattuso resta solo, l’ambiente e la città non aiutano tecnico e squadra in un momento così difficile.

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All’indomani del tracollo del 24 gennaio a Verona,  sono arrivate per il Napoli altre 4 sconfitte, 3 vittorie e 1 pareggio tra campionato, Coppa Italia ed Europa League, ma l’allenatore calabrese continua malgrado tutto a restare ancora al suo posto. Sballottato da una tempesta che ne sta mettendo a dura prova la resistenza nervosa.

Aurelio De Laurentiis, non ha preso  alcuna decisione drastica per modificare la rotta, preferendo piuttosto rimanere in maniera strategica (oltre che ambigua) alla finestra. Il presidente ha lasciato infatti che trapelasse di tanto in tanto il suo malumore, più che sufficiente per dare fiato alle ricorrenti voci sul possibile esonero di Ringhio.

Gattuso è stato messo mediaticamente alla gogna e sul banco degli imputati da ormai 32 giorni. Il tecnico andava difeso con forza oppure licenziato. La società se n’è invece lavata le mani, ha avallato il caos e alla vigilia della rivincita internazionale con il Granada.

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Secondo quanto riporta l’edizione odierna del quotidiano il Mattino, allo stadio Maradona a spingere il Napoli non ci saranno ovviamente i tifosi, che ieri sera si sono fatti sentire, e probabilmente non ci sarà nemmeno il presidente Aurelio De Laurentiis.

L’aria che tira attorno all’allenatore assomiglia molto a quella di una buriana. In conferenza stampa, Gattuso, conscio della situazione, ha fatto mea culpa addossandosi tutte le responsabilità:

«C’è poco da dire ai tifosi. Stiamo attraversando un momento negativo, Stiamo facendo prestazioni al di sotto delle nostre possibilità e facciamo fatica a dare continuità ai risultati, ma indossiamo una maglia storica e rappresentiamo una città fantastica. Ora c’è poco da parlare: si devono fare i fatti. E i fatti sono i risultati. Quello che stiamo facendo non basta».

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