El Pais: “L’Italia odia Napoli, ma la città è la più amata all’estero. Non c’è nulla di simile”

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Angelo Forgione commenta l’articolo de El Pais su Napoli e sugli insulti razzisti che la città e la squadra subiscono negli stadi italiani.

Lo scrittore e giornalista Angelo Forgione commenta  l’articolo che il quotidiano iberico El Pais ha voluto dedicare a Napoli:

Il quotidiano spagnolo “El Pais” analizza la discriminazione territoriale nei confronti dei napoletani negli stadi italiani con un articolo dal titolo molto significativo circa certe figuracce italiche. L’occhiello è altrettanto sferzante:
“La squadra napoletana subisce insulti razzisti ogni fine settimana nella maggior parte degli stadi, ma ha trasformato l’odio che riceve in un motore per risalire dal fallimento e aspirare di nuovo allo scudetto”.
L’autore, il catalano Daniel Verdù, corrispondente dall’Italia, entra nel merito così:
“In Italia c’è un club che gioca un derby quasi ogni fine settimana, una squadra che praticamente tutti odiano e con i tifosi che ogni domenica subiscono insulti razzisti di ogni tipo. L’ultimo episodio è avvenuto una settimana fa a Verona, dove i tifosi veneti hanno posizionato uno striscione con le coordinate geografiche di Napoli accanto alle bandiere russa e ucraina. Come a dire, mira bene, è lì che devi lanciare il missile.

Ma ogni weekend c’è uno dei peggiori gusti nei confronti dei tifosi napoletani. La più ricorrente è quella del “Vesuvio, lavali col fuoco”. È la vecchia idea razzista e nordica per la quale i napoletani sono sporchi, chiassosi, incivili. È il canto che intonava anche Salvini quando il suo partito chiedeva l’indipendenza del Nord Italia e non aveva bisogno dei voti del Sud per alimentare le sue buffonate politiche”.

L’articolo spagnolo non è certamente il primo a sottolineare all’estero il malcostume italiano e la posizione lusinghiera dei napoletani. Nell’ottobre 2013, infatti, la rivista francese “So Foot” stilò una propria preferenza delle migliori 10 tifoserie del pianeta per calore, colore e folla. Fu inserita anche quella del Napoli, unica italiana, per la seguente motivazione:
“I tifosi del Napoli vengono insultati dalla maggior parte dei tifosi del Nord, ma sono riusciti a trasformare questo odio nella loro forza. Soli contro tutti. Non ci sono dubbi: vedere la gara al San Paolo è come assistere a uno show. La squadra è la vita, la morte e l’orgoglio di un’intera città e di un’intera regione.”

Che in Spagna la tifoseria azzurra sia molto ammirata, spiega Forgione, non è una novità. Alcuni cori del “Maradona”, recentemente, sono passati per gli stadi della Liga prima di essere ripresi anche in Inghilterra. Senza considerare il marchio di fabbrica, l’originale e imitato urlo “The Champions“.

Loro, gli spagnoli, che conoscono la questione basca, la questione catalana e altre differenze locali, scrivono:

Non c’è niente di simile negli altri campionati. E’ un sentimento diffuso anche al di fuori del calcio. Da Nord a Sud. Perché i Partenopei hanno i loro problemi anche con i siciliani o con i calabresi. Ecco perché la città è un’isola favolosa e indecifrabile all’interno del Paese. Ed è per questo che molti trattano i napoletani come in Spagna abbiamo maltrattato gli zingari per anni. Come un corpo estraneo, dimenticando a volte l’enorme contributo di titani come Totò, Eduardo de Filippo, Caruso, Benedetto Croce… o Bud Spencer.

Ecco perché Maradona si è innamorato di una squadra e di una città che rappresentava i discriminati e la risalita controcorrente come nessun altro. Ed è per questo sentimento che la vita di Sorrentino è stata salvata da un Empoli-Napoli.
La verità è che i napoletani sono molto “vistosi” e riescono a celebrare uno scudetto più a lungo di quanto tempo è trascorso per vincerlo. Hanno imparato ad essere scanzonati e ad esorcizzare i problemi della vita con l’ironia.
Insomma, la tifoseria azzurra non sarà diversamente educata rispetto alle altre, e forse non è più rovente come un tempo, ma gode almeno di ottima ammirazione all’estero, mentre altre si distinguono per cori razzisti, protervia e profondissime infiltrazioni politiche e mafiose”.

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