Sconcerti critico sul Napoli. L’editorialista ritiene che la Juve non ha rivali men che meno il Napoli o la Roma. “La juve è la scusa per non investire”.
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Sconcerti critico, su Juventus e Napoli. Nel consueto editoriale il giornalista analizza il campionato di Serie A e la gara di San Siro mettendo in evidenza la differenza che a suo parere esiste tra la Juventus e le altre squadre del Campionato Italiano. Secondo Sconcerti le altre squadre si sono adagiate sulla forza della Juventus per non spendere, poi parla anche del Napoli ritenendo che la squadra di Ancelotti pur dando spettacolo non è all’altezza dei bianconeri.
La Juve non ha rivali
“L’abitudine alla forza della Juve ha permesso agli altri di abbassare la propria qualità incassando gli stessi soldi, cioè aumentando i profitti. È questa fuga dalla qualità che sta mandando la Juve fuori dal campionato, a farla correre nella Superlega”. Questo il passaggio più significativo dell’ analisi del lunedì sul Corriere della Sera di Mario Sconcerti, il quale fa riferimento agli alibi, costruiti dalle inseguitrici dei campioni d’Italia. “In poche parole, afferma il giornalista, siamo tutti aggrappati e pagati per uno spettacolo che danno solo pochissime squadre, forse solo Juve e Napoli. Arriveranno Inter e Milan, forse Roma, ma da dieci anni il risultato è questo. Una differenza plateale, incompatibile con i nomi e gli incassi, non accettabile“.
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Il Napoli, la Roma e le avversarie
Mario Sconcerti nel suo editoriale commenta anche quanto avvenuto tra Milan e Juventus: “Non c’è stata partita a San Siro come ormai non c’è più partita da oltre sette anni con nessuno. Si comincia a pensare che la Juve sia la buona scusa di quasi tutte le squadre per non investire, per guadagnare restando alle sue spalle. C’è troppa differenza, perché allora spendere molto? Si gioca e si fanno le squadre non per partecipare al campionato comune ma per sopravvivere a pezzi di campionato in cui sono coinvolte quattro-cinque squadre per volta. La Juventus, il Napoli, la Roma, non sono nemmeno contemplate come avversarie“.