Victor Osimhen sta trascinando Spalletti e il Napoli a suon di gol e assist. Numeri pesanti per l’attaccante nigeriano. Incredibile la capacità di correre e di duellare con gli avversari
I NUMERI DI OSIMHEN
Osimhen per la prima volta dopo tre partite nel torneo, non ha trovato la via della rete. Ma praticamente se ne è accorto nessuno. Osimhen ha imparato ad essere decisivo anche quando non segna ed è questa la caratteristica più importante che un attaccante possa avere. Se avesse segnato il gol sulla spettacolare rovesciata contro al Fiorentina sarebbe stato il sigillo su una partita super.
Anche al ‘Franchi’ si è visto un Victor Osimhen in versione dominatore. Che fosse forte lo si sapeva anche dodici mesi fa, quando il Napoli fece uno sforzo enorme per prelevarlo da Lilla, ma ora che gli infortuni che lo hanno limitato nel corso della sua prima annata italiana sono finalmente alle spalle, è chiaro a tutti come in Serie A (e non solo) siano pochi gli attaccanti della sua caratura.
RETROSCENA SPALLETTI
Il lavoro di Spalletti per aiutare Osimhen a crescere – attraverso «attività coordinate con il resto della squadra, mirate a gestire la sua velocità e la sua esuberanza» – è iniziato già nel ritiro estivo. Dopo la partita contro il Cagliari, il tecnico toscano ha detto che : «Victor ha delle doti fisiche incredibili, e quindi fa delle cose incredibili. Ma può e deve migliorare ancora. Ha le qualità per diventare un top player. Per arrivare a quel livello deve allenarsi bene su cose che trascura un po’. Cose che potrebbero fare molto comodo a lui, per il suo futuro, ma anche al Napoli».
Probabilmente Spalletti si riferisce a un certo numero di conclusioni ancora un po’ sbilenche e/o forzate, ad alcuni stop e tocchi e passaggi non dosati perfettamente, a una rabbia che spesso viene fuori in maniera inconsulta solo perché la giocata non riesce bene, perché la marcatura dei difensori è un po’ oltre l’illegalità, perché ci sta che gli avversari ti provochino quando sei così forte, così dominante, dopotutto è un’arma per cercare di fermarti. Una delle poche che hanno a disposizione.
Sono tutti difetti che Osimhen manifesta in alcune occasioni, solo che si tratta di momenti sempre più sporadici, sempre più isolati, mentre sono sempre più frequenti le incredibili prove di forza e di tecnica in velocità, i duelli vinti palla al piede o su cross e lanci lunghi, i gol a tu per tu con il portiere, le azioni in solitaria con cui trascina su la squadra ed esalta il pubblico, napoletano. Anche questo, se ci pensi, è uno splendido segnale, per il Napoli e per Osimhen.
LA CRESCITA DI OSIMHEN GRAZIE A SPALLETTI E AL NAPOLI
La crescita di Osimhen e del Napoli di Spalletti è andata e sta andando di pari passo. L’attaccante veloce, sgraziato e un po’ confusionario comparso per la prima volta nell’autunno 2020 è diventato una punta pensante e spendibile in ogni situazione di gioco.
Quella azzurra è una squadra che si è confermata completa in tutti i reparti. Rrahmani e Koulibaly hanno praticamente annullato lo spauracchio Vlahovic, Fabian Ruiz ha comandato a centrocampo da par suo e coperto da un Anguissa che si è fatto sentire soprattutto nel momento in cui i gigliati hanno provato a risalire la china, mentre in attacco ha dimostrato quella solita e unica esplosività.
Osimhen è migliorato anche nelle interazioni con i compagni, nei movimenti in area di rigore, nella gestione del pallone in spazi stretti – che non è certo diventata raffinata, ma sicuramente si è evoluta, non è più elementare come un anno fa. Nel frattempo anche il Napoli, come detto, ha fatto un percorso simile: Spalletti ha trasformato la squadra, ora i giocatori azzurri non si limitano a cercare il lancio lungo per innescare Osimhen, ma hanno imparato a praticare un possesso palla ibrido, più vario. In questo modo, l’attaccante nigeriano può attaccare la porta avversaria in spazi che sono costruiti in maniera sempre differente, quindi imprevedibile; oppure tiene bassi e impegnati i difensori avversari mentre Insigne, Politano, Lozano, Zielinski, Anguissa e Fabián Ruiz, in attesa del ritorno di Mertens, ricamano azioni di possesso al limite dell’area, oppure trovano altri spazi in verticale. A volte partecipa anche lui in queste azioni, e anche questo è un segnale importante.