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Il Napoli non riesce più ad attuare l’autofinanziamento basato sulla compravendita dei giocatori, ne parla l’edizione odierna del quotidiano la Repubblica:
“Il player trading”, metodo di autofinanziamento basato sulla compravendita dei giocatori, con cui Aurelio De Laurentis aveva fatto abilmente la sua fortuna nel calcio. Mantenendo in attivo quasi sempre i conti del club e permettendo di conseguenza agli amministratori (scelti quasi tutti nella cerchia familiare) di dividersi alla fine di ogni stagione dei rispettabili compensi.
Il segreto del presidente era generare delle plusvalenze: comprando dei giocatori per un prezzo relativamente più basso, valorizzandoli e poi mettendoli sul mercato a cifre di molto superiori: o stabilendo nei loro contratti delle clausole rescissorie o cedendoli al migliore offerente.
Lavezzi, Cavani, Higuain e Jorginho erano stati i pilastri del sistema: le operazioni simbolo del modus operandi del Napoli, additato come esempio virtuoso dal punto di vista economico per la invidiabile solidità dei suoi bilanci, salvaguardati anche a costo di mettere un limite alle ambizioni sportive.
Per questo non è mai arrivato lo scudetto, ma i ripetuti piazzamenti in zona Champions – sommati ai benefici effetti del player trading – avevano consentito lo stesso a De Laurentiis di godersi senza particolari stress i vantaggi della sua gestione: oculata e allo stesso tempo proficua”.
Il quotidiano aggiunge: ” Il presidente si era fatto scivolare addosso tutte le critiche per non aver investito a lunga scadenza nel nuovo stadio, nel settore giovanile o per rinforzare l’organigramma della sua società, che a 18 anni dalla rinascita dopo il fallimento continua a non avere una sede in città e nemmeno un centro sportivo di proprietà.
Non serviva in tempi di vacche grasse generare altre forme di sostentamento per il Napoli e senza l’imprevisto terremoto causato dal Covid il tranquillo tran tran azzurro sarebbe dunque andato avanti per molte altre stagioni.
Invece il meccanismo s’è bloccato all’improvviso e De Laurentiis è stato nel cortocircuito più sfortunato dei suoi colleghi, avendo investito molto negli acquisti proprio prima dell’emergenza Covid.
Tra scadenze e mancati rinnovi il Napoli si ritrova con il cerino in mani e potrebbe perdere ben 95 milioni. Un esempio pratico sono i 55 milioni di valutazione per Fabian Ruiz e i 40 di Koulibaly, che potrebbero restare senza rinnovare e liberarsi a parametro zero”.