La sindaca di Torino contro la festa a Napoli: “Da noi non sarebbe successo”. Forgione la zittisce

La sindaca di Torino contro la festa a Napoli e gli assembramenti. Angelo Forgione risponde e la zittisce.

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Chiara Appendino, sindaca di Torino tuona contro Napoli e gli assembramenti durante la festa per la vittoria della coppa Italia. Parole dure che insieme alle accuse del direttore dell’Oms, proiettano ancora una volta la nostra città nella dimensione sbagliata. Lo scrittore e giornalista Angelo Forgione, non ci sta e sui social pubblica una risposta che zittisce tutti.

ASSEMBRAMENTI A NAPOLI

“Sterili sono le polemiche sui festeggiamenti di Napoli per la Coppa Italia. Strumentali quelle di Salvini, che tuona dopo aver portato migliaia di persone in piazza a Roma per la sua propaganda di centrodestra.Per non parlare dei gilet arancioni di Pappalardo a Milano. Senza dimenticare gli assembramenti per le celebrazioni repubblicane del 2 giugno. Oer l’inaugurazione del ponte di Genova e per l’arrivo a Ciampino di Silvia Romano e via discorrendo.

E ora ce la vogliamo prendere con una folla di tifosi festanti? Le folle sono veementi, indisciplinate, e non si arginano (se non con l’Esercito e la Polizia antisommossa). Semmai si prevengono, magari con appelli ripetuti. Non ne è stato fatto alcuno prima della finalissima di Roma. Nessuno, nei quattro giorni che hanno preceduto il match, ha sensibilizzato gli juventini d’Italia e i napoletani di Napoli a festeggiare in casa la vittoria.

Non veniteci a dire che era implicito. Non lo era, perché il lockdown è finito da un pezzo. In tempo di strette misure del calcio anticovid, nel quale nessuno può accedere agli spalti degli stadi, il ministro dello sport Spadafora ha suggerito che, prima di riprendere il campionato, si ripartisse con la Coppa Italia in palio per le 4 squadre più tifate d’Italia.

Così da creare audience televisiva e interesse mediatico. La competizione della ripresa ha così assunto il valore di un torneo post Covid d’élite, pronto a far esplodere l’eccitazione sopita dei tifosi. Nessuno ha pensato alla conseguenza di far disputare subito la finale della Coppa Italia, che invece, per evitare il rischio di affollamenti in tempo di verifica della contagiosità del virus, sarebbe stato opportuno posticipare il più possibile.

Anzi, per non correre rischi del genere, oggi o tra un mese e mezzo, non si sarebbe dovuto proprio riprendere. Si è ripreso per salvare capra e cavoli del calcio sul lastrico? Bene. Il destino ha voluto che vincesse il Napoli, i cui tifosi non sono certo freddi e nordici, e vivono nel Sud a basso contagio, in una città che l’emergenza la vive solo di riflesso e che paga pesantemente gli errori altrui.

Ed ecco che è venuta fuori la prevedibile festa-sfogo, perché quella dei napoletani era esattamente probabile, e sono saltate pericolosamente tutte le norme di distanziamento sociale. Era meglio evitarlo in qualche modo, ma da lassù si è pensato solo a tamponare le perdite del calcio e agli ascolti televisivi, “colorando” gli spalti tristi dell’Olimpico di tifosi virtuali ma ignorando che esistono i tifosi in carne e ossa, senza i quali non esiste il calcio.
Magari qualcuno pensava di risolvere il problema riempiendo anche le strade di Napoli di scintillanti e algidi pixel”.

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LA SINDACA DI TORINO ATTACCA NAPOLI, LA RISPOSTA DI FORGIONE

“Ha ragione la sindaca di Torino: si può vincere senza assembramenti… e soprattutto perdere senza 3 morti e oltre 1.500 feriti.

Come purtroppo accaduto nel capoluogo piemontese la sera del 3 giugno 2017 durante la proiezione su maxischermo della finale di Champions League Juve-Real Madrid. Tragedia innescata da alcuni rapinatori per la quale la procura di Torino ha chiesto il rinvio a giudizio della stessa Appendino per l’organizzazione frettolosa della piazza con una massiccia violazione delle norme di sicurezza. La morale la faccia chi può”.

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