La normale di Pisa a Napoli. Il sindaco: “Un inutile distaccamento Meridionale“

La Normale di Pisa a Napoli: il sindaco toscano si oppone: “Un inutile distaccamento Meridionale”. Così, Conti si oppone alla decisione.

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Una sede della Normale di Pisa a Napoli: il sindaco toscano si oppone definendolo
“Un inutile distaccamento Meridionale”. In modo diretto, Michele Conti chiede al Governo di rivedere la sua decisione.

 La Normale a Napoli

La Normale di Pisa a Napoli. Il sindaco Conti, ritenendo che sia un inutile distaccamento meridionale, si oppone alla manovra. Dunque, La Scuola Normale Superiore di Pisa si sdoppia e arriva nella città partenopea. E’ quanto prevede una delle modifiche alla manovra approvate in nottata in commissione Bilancio della Camera. L’emendamento dei relatori istituisce sperimentalmente, per un triennio, a decorrere dall’anno accademico 2019-2020, una sede della Normale, che assume la denominazione di Scuola Normale Superiore Meridionale, negli spazi messi a disposizione dall’Università di Napoli Federico II.

L’ opposizione del Sindaco

L’annunciata apertura a Napoli di una sede della Normale di Pisa sta incontrando, però, l’opposizione del sindaco della città toscana. In particolare, Conti ha affermato: “Ho appreso con stupore che la commissione Bilancio della Camera dei Deputati ha approvato un emendamento che di fatto snatura la Scuola Normale Superiore: la maggioranza di governo ci ripensi, si ravveda e faccia marcia indietro sull’ istituzione di un inutile distaccamento Meridionale che addirittura dovrebbe, dopo un triennio di sperimentazione, diventare autonomo, mettendosi di fatto in concorrenza con la stessa sede storica pisana”.

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La Normale deve rimanere a Pisa

Il sindaco, nella sua nota,  ha aggiunto: “Non è smembrando una delle eccellenze del mondo universitario di questo Paese che si favorisce la ricerca o la divulgazione delle conoscenze. La Scuola Normale è nata a Pisa 208 anni fa e qui deve rimanere per continuare a dialogare con il mondo come ha sempre fatto. Credevo finito il tempo in cui ogni città, ogni provincia dovesse avere la propria università, o un pezzo di un istituto di eccellenza; questa logica ha contribuito ad un impoverimento della qualità della ricerca, delle conoscenze e delle risorse umane che concorrono a mantenere un’elevata qualità della produzione scientifica”.

La richiesta

La richista al governo è “di rivedere questa decisione, stralciando l’emendamento in sede di esame della Legge di Bilancio al Senato. Mi auguro che tutte le forze politiche rappresentate anche in questa città si adoperino in questo senso, e che le risorse previste con stanziamenti fino al 2025 siano destinate a Pisa per il potenziamento delle attività della Scuola Normale”.

I fondi staziati e la fase dopo la sperimentazione

Al termine della sperimentazione, la Scuola, previa valutazione positiva dell’ANVUR e reperimento di idonea copertura finanziaria, può assumere carattere di stabilità.
Per le attività della nuova scuola si autorizza la spesa di 8,2 milioni per il 2019, 21,2 milioni per il 2020, 18,9 milioni per il 2021, con stanziamenti fino al 2025 a valere sui fondi Mef. L’annuncio lo aveva dato a ottobre il direttore della Normale, Vincenzo Barone.

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