Infortunio Osimhen, il chirurgo: «Con una placca di titanio in un mese torna in campo»

Il primario maxillo facciale del Cardarelli, Maurizio Gargiulo, spiega i prossimi passi e le tempistiche del rientro.

Infortunio Osimhen parla il chirurgo maxillo facciale dell’ospedale Cardarelli: «Presto potrà riprendere l’ allenamento di gruppo»

INFORTUNIO OSIMHEN PARLA IL CHIRURGO MAXILLO FACCIALE

il Napoli di Luciano Spalletti è rientrato dalla traferta di Milano con la certezza di dove rinunciare a due pezzi da novanta come Victor Osimhen, che ha lasciato l’ospedale Niguarda di Milano e nelle prossime ore sarà operato a Napoli per ridurre le fratture allo zigomo e all’orbita rimediata nello scontro aereo con Skriniar, e Zambo Anguissa. Proprio l’operazione di Osimhen tiene in apprensione il Napoli.

L’edizione on line del Corriere del Mezzogiorno ha pubblicato l’intervista del giornalista Donato Martucci al primario maxillo facciale del Cardarelli, Maurizio Gargiulo. Il luminare  spiega i prossimi passi e le tempistiche del rientro.

Dottor Gargiulo, il centravanti sarà operato a Napoli si è già reso conto della gravità dell’infortunio?

«Ieri in diretta come tutti ho visto il brutto scontro con Skriniar e ho capito che lo scontro è stato abbastanza violento. Non sappiamo dove si opererà e se il Napoli si rivolgerà a noi. Non ho visto la Tac, ma sembra chiaro che dovrà sottoporsi a intervento chirurgico con anestesia generale per la riduzione della frattura. Sarà inserita qualche placchetta di titanio nel caso fosse confermata la prima diagnosi, ovvero frattura scomposta con schiacciamento del pomello zigomatico. Di norma c’è un ventaglio di ipotesi, l’operazione di riduzione della frattura senza l’inserimento di placche, oppure quella più probabile per Osimhen appunto con le placche in titanio».

Il primario maxillo facciale del Cardarelli, Maurizio Gargiulo, spiega i prossimi passi e le tempistiche del rientro.

«Sono operazioni di routine per noi. Di norma, un paziente nella 24 ore successive può lasciare l’ambiente ospedaliero. Naturalmente con tutori e quindi mascherine in policarbonato. Riprendere quindi con un’attività fisica moderata e dopo una settimana corsa e allenamento. La guarigione ossea richiede una tempista di 30-40 giorni».

Parliamo però di un atleta, soggetto a scontri, cadute e pallonate, lei è ottimista per un rientro abbastanza veloce?
«Con i nuovi materiali con cui ora si fanno i tutori è tutto molto più semplice. Sono molto affidabili. Dal punto di vista fisico dopo cinque o sei giorni ci può essere la ripresa dell’attività motoria. Le placche di adesso, poi, rendono il recupero veloce. I materiali nel tempo sono migliorati tantissimo: i tutori sono realizzati con materiali molto resistenti. Spesso nel basket vediamo molti giocatori che usano le mascherine. E anche lì cè un contatto fisico forse anche superiore rispetto al calcio».

Tutti, però, vogliono sapere quando potrà tornare a giocare.

«Non avendo visto la Tac, ripeto sto facendo ipotesi ma di certo sono già a conoscenza di questo tipo di tempistica. Io sono ottimista: potrebbe essere convocato dopo quindici giorni se non ci sono problemi. Poi, evidentemente, deciderà l’allenatore con lo staff medico. Diciamo che prima di un mese potrebbe tornare in campo. Questo è quello che ci auguriamo tutti».

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