Secondo Caressa, Davide Ancelotti diventerà un grande allenatore ma oggi, a Napoli ha un rapporto scricchiolante con la squadra
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CARESSA SU DAVIDE ANCELOTTI
Fabio Caressa ai microfoni di Saky sport ha analizzato la crisi del Napoli. Caressa in particolare si è soffermato sul rapporto della squadra con Davide Ancelotti:
“La situazione che sta vivendo in questo momento il Napoli è molto particolare, non appare semplice.
Questa storia dell’ammutinamento ha fatto parlare di sé, la squadra ha avuto una certa reazione per quanto riguarda il ritiro e si è arrivati dove si è arrivati“.
Caressa su Davide Ancelotti ha poi aggiunto: “Premesso che io, personalmente, stimo moltissimo Davide Ancelotti, il figlio di Carlo e suo attuale collaboratore in qualità di vice allenatore del Napoli, e che tutti dicono che sarà un grande.
A Napoli si parla del fatto che sia scricchiolante il rapporto tra lui e la squadra azzurra. Quando qualcosa te la dice il figlio, non è come se te la dicesse Carlo.
Tutto ciò, mi chiedo, rende più difficile lavorare? A mio avviso è un tema“.
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LA CRISI DEL NAPOLI
Il Napoli è a -5 dal quarto posto, e in doppia cifra (anche di più) di punti dalla vetta. Una vetta che negli ultimi anni a questo punto della stagione la società partenopea ha accarezzato più di una volta, riuscendo a toccarla, farla sua o a avvicinandosi sensibilmente.
Il presente è nero e non azzurro, il futuro si vedrà. Anche se le sensazioni, considerando i risultati e la situazione dello spogliatoio, non lasciano i tifosi del Napoli fiduciosi.
Tali distanze dal posto Champions e dalla vetta del resto il Napoli le ha vissute solamente il primo anno di Serie A post cavalcata C-B-massima serie.
Non solo i problemi in campo, ma anche come noto la decisione della squadra di non lasciare il ritiro. Caos assoluto, tra silenzio stampa, comunicati riguardanti la divisione tra giocatori e società, i fischi del San Paolo per il pari senza reti contro il Genoa. In un stadio desolato e deluso per queste settimane. Una situazione che al San Paolo nessuno era più abituato a vivere.