Barbano: “Spalletti ha una grande preoccupazione. Vedremo se la squadra ne risentirà”

Alessandro Barbano ha analizzato il grande momento del Napoli,  e ha spiegato la grande preoccupazione che affligge Spalletti.

Alessandro Barbano, condirettore del Corriere dello Sport. è intervenuto a Radio Crc, nel corso della trasmissione “Si Gonfia La Rete” di Raffaele Auriemma:

Napoli è una tifoseria che ha vissuto 30 anni di nostalgia, anche nei momenti migliori del Sarrismo. Oggi per la prima volta questo Napoli ritrova il suo passato nel presente, ricollocandosi in una posizione di passione. Maradona è una memoria dolce, ma la nostalgia è venuta meno.
Il Napoli non ha un top player, ma una quantità di giocatori che esprimono una qualità straordinaria.
Con questo materiale in mano Spalletti sta facendo benissimo, la fragilità di questa armonia che si fonda sulla capacità di invenzione dovrà reggere l’impatto di questo campionato strano e le tre competizioni.
Vedremo se la squadra ne risentirà, però ad oggi sta facendo vedere un grande carattere come contro il Milan e l’Ajax”.

Barbano ha poi aggiunto: “Tutte le squadre pagano questa concentrazione di gare, non solo il Napoli. Comprendo la preoccupazione di Spalletti di arrivare alla sosta il più possibile davanti agli altri. Ostigard e Juan Jesus possono giocare insieme, però la sicurezza di Kim è qualcosa di fondamentale.
Lobotka non ha un sostituto, perché Demme ha un modo completamente diverso di fare il regista. L’unico sostituto possibile, paradossalmente, potrebbe essere Zielinski arretrato. Un giocatore come Lobotka non esiste, capace di quella visione e quella difesa di palla.
Vedi bene Raspadori e Simeone, Raspadori e Osimhen, mentre Simeone e Osimhen non possono giocare insieme. Sono giocatori diversi ed infatti abbiamo visto con l’ingresso di Osimhen come cambia il modo di giocare. Questa è la ricchezza di Spalletti: è riuscito a costruire delle alternative.
Raspadori è un grandissimo giocatore e ha delle potenzialità enormi, ma il vantaggio di questi giocatori come Kvaratskhelia e Osimhen è quello di calciare con entrambi i piedi. Questa concentrazione di gol è figlia di una condizione di forma di tutti i giocatori. Arrivano tantissime palle davanti, a differenza di altre squadre come la Roma.”

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