Rosario Pastore risponde al comunicato degli Ultras della Salernitana che vietano i festeggiamenti per lo scudetto del Napoli nel loro territorio.
Il 10 maggio di due anni fa, nel giorno in cui la Salernitana festeggiava il ritorno in Serie A, le strade della città si sono riempite di una manifestazione anti-Napoli. Una situazione curiosa, dato che Salerno e Napoli avevano sempre avuto un rapporto di amicizia e rispetto reciproco. Ma purtroppo, con il passare del tempo, i rapporti tra le due città sono diventati sempre più tesi, soprattutto quando le squadre si sono trovate a giocare contemporaneamente in Serie A. Le tensioni sono diventate così forti che è stato necessario bloccare i tifosi del Napoli per evitare incidenti.
Nonostante la possibile conquista dello scudetto da parte del Napoli, i toni tra le due tifoserie non si sono attenuati. Gli ultrà della Curva dell’Arechi, infatti, hanno dichiarato apertamente di non gradire i festeggiamenti dei tifosi azzurri nel loro “territorio”. Un comunicato che ha sollevato molte polemiche e indignazione da parte di molti. La città e la provincia di Salerno hanno però dimostrato di non gradire questa imposizione e i vessilli azzurri stanno pian piano cominciando a comparire.
Il giornalista Rosario Pastore, decano dei giornalisti campani ed ex firma di rilievo della Gazzetta dello Sport ha commentato la vicenda sui propri canali social:
“Leggo dal pezzo dell’ottimo collega Pasquale Tina, su “La Repubblica” di oggi, questa parte: “Ha alzato un vero polverone un comunicato degli ultras della Salernitana (curva Sud Siberiano), apparso su facebook in vista dello scudetto degli azzurri: “Napoli sta per vivere il suo sogno, ma questo non ci appartiene. Al raggiungimento di questo importante traguardo, dovrà farla da padrone il rispetto nei confronti della Salernitana. Ciò si dimostra riponendo sciarpe e bandiere azzurre nel cassetto e non certo sui balconi di Salerno. Ognuno festeggi a casa sua”. Che dire? Non vi pare di sentire uno dei tanti diktat del presidente della Regione Campania che, settimanalmente, mena fendenti a chiunque osi non pensarla come Sua Signoria pretenderebbe? Ma già: è o non è, De Luca, figlio di quella stessa Salerno che ancora una volta, con questo “edificante” comunicato, denuncia tutto il suo livore, la sua invidia, i suoi ridicoli sentimenti di rivolta nei confronti di quella che fu, è e sarà per sempre la sua capitale?”
Rosario Pastore ha poi aggiunto: “Naturalmente, so che queste voci non riguardano tutta la bella città di Salerno, ma sicuramente sono indicative di uno stato d’animo che è probabilmente dominante. Un atteggiamento del genere non sarebbe neanche da prendere in considerazione, se non fosse legittimo ricordare che quel club granata, e ovviamente la sua squadra, sarebbe probabilmente sparito se non fosse intervenuto a salvarlo coi propri quattrini un napoletano verace. Ma tant’è. All’evidente antipatia nei confronti di Napoli, da questa parte della barricata la risposta è l’augurio che la Salernitana resti in A, sia perché non nutriamo alcun sentimento di rivalsa nei suoi confronti, sia perché la sua permanenza ci assicura anno per anno 6 punti in classifica. Ecco, qualcosa da festeggiare hanno anche gli ultras: i due mazz