Giovanni Simeone ha rilasciato un’intervista a Il Mattino, l’attaccante del Napoli parla della sua nuova avventura in azzurro. Il giocatore è stato uno dei protagonisti delle ultime settimane, con il gol al Liverpool e quello decisivo al Milan. Due gol da attaccante vero che hanno fatto innamorare ancora di più i tifosi di Simeone, anche se un giocatore argentino al Napoli ha sempre un fascino particolare.
Simeone: Napoli e scudetto
- Simeone, come si sta in questo Napoli?
«Si sta bene, con i piedi per terra. Questa cosa di essere lassù sia in campionato che in Champions fa venire solo una voglia di continuare così, consapevoli che questa è la
strada giusta. Siamo tranquilli e l’idea di dover migliorare sempre ci dà ancora più forza». - Cosa l’ha attratta di più e l’ha convinta a dire di sì?
«C’è stato qualcosa di speciale, quasi magico, fin dal primo momento in cui mi hanno parlato di Napoli. Ho sentito dentro di me delle vibrazioni positive, una voglia matta di
indossare questa maglia. Ho avuto altre tentazioni questa estate ma quell’emozione che mi ha dato la parola Napoli non me l’ha data nessuno. C’è allegria a stare qui. E
tutto questo mi dà una quotidiana forza». - Chi sono i nuovi leader di questa squadra che questa estate ha avuto così tanti addii?
«Vedo tutti sulla stessa linea. Anguissa, Di Lorenzo sono favolosi, hanno doti che vengono da dentro. Ma anche di Meret apprezzi la sua personalità. La verità? Da noi
nessuno è più di nessuno. Siamo tutti uguali». - Il tatuaggio con la Champions dopo il gol con il Liverpool e la sua corsa felice come un bambino nel corridoio di San Siro. Cosa ha pensato?
«Non si pensa a nulla in quei momenti, è una sensazione. Come l’attimo prima di fare gol, non hai tempo per pensare. Durante quella corsa a San Siro e il bacio sul
tatuaggio, mi sono lasciato andare, naturale, semplicemente. È la cosa più bella. Vivere il momento, il presente: non c’è nulla di più meraviglioso». - C’è una frase del Cholo che è sempre nel cuore?
«Mi scrive messaggi ogni giorno ma una volta mi lasciò un biglietto in cui c’era scritto “innamorati del gol, è la cosa più bella”. Ma lui non è il mio mister, è mio padre. E le sue
telefonate, i suoi consigli sono per la vita di tutti i giorni, sono le parole dette a un figlio. Non sono le frasi di un allenatore, non sono suggerimenti tecnici. Parliamo delle
nostre vite, lui a Madrid, io ora a Napoli». - Il Napoli può sognare lo scudetto?
«Può continuare a fare quello che sta facendo adesso, vivere ogni giorno al massimo. Tanto si gioca ogni tre giorni, il tempo per sognare è sempre poco».