REPUBBLICA. Ancelotti svela il progetto del Napoli, né sogni né bluf

Carlo Ancelotti spiega il progetto del Napoli. Non arriveranno giocatori da 10 milioni l’anno di ingaggio. La tifoseria insorge contro allenatore e presidente.

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NAPOLI
.  Il Napoli batte il Frosinone e blinda il secondo posto, ma la tifoseria partenopea insorge contro, giocatori, allenatore e società, eclatante la maglia restituita a Callejon e i cori contro De Laurentiis allo stirpe di Frosinone. Antonio Corbo su Repubblica analizza la situazione:

STRISCIONE CONTRO ANCELOTTI E DE LAURENTIIS

Il Napoli annuncia la quarta qualificazione Champions consecutiva ed un piccolo record italiano: per dieci volte di fila partecipa ad una coppa europea. Ma rivela anche squarci di futuro. All’alba,  i tifosi del Napoli espongono un striscione in piazza del Plebiscito, davanti alle finestre del prefetto, scrivono che «Carletto è l’ultimo prescelto per prendere in giro tutti senza un progetto».

CONTESTAZIONE

La contestazione, stavolta in forme corrette, coinvolge in cento metri di stoffa sia allenatore che presidente. È una scossa per Ancelotti, che paga qualche sì di troppo nei giorni del mercato invernale.  Lo striscione provoca però la virile reazione di Ancelotti. Più che difendersi, glissare o mentire, decide di parlar chiaro. È il primo allenatore in aperta sintonia con il presidente, non se ne pente.
Godevano di grande popolarità invece Mazzarri, un po’ Benitez, molto Sarri perché erano considerati come antagonisti di Aurelio De Laurentiis. Ci vuol coraggio ad allinearsi con la società, si rischia il gelo della tifoseria. Che da sempre sollecita grandi investimenti per campioni che riportino subito lo scudetto a Napoli.

ANCELOTTI SVELA IL PROGETTO DEL NAPOLI

Mestiere difficile, quindi. O sei con la società o con la curva. Ancelotti, dopo striscioni e vittorie, spiega invece il progetto. Non verranno giocatori da 10 milioni l’anno di ingaggio, perché la società non può permetterseli, ma lui proverà a vincere facendo crescere piano piano il Calcio Napoli.

Napoli che però, avverte l’allenatore, ha un bilancio così sano da poter evitare cessioni. Si delinea così il futuro. Senza sogni ma anche senza bluff.

Può rimanere Koulibaly insieme con i migliori, è l’inizio del progetto.  Non si tocca Younes, rivelazione nella partita di ieri.

L’assenza di Insigne è un giallo sempre più sbiadito. Con l’adduttore se la passa male. I suoi segnali di insofferenza liberano intanto la società di ogni imbarazzo: la sua eventuale cessione prescinde dai sentimenti, dalla fascia di capitano, dalla sua napoletanità. Un matrimonio d’amore può trasformarsi in un divorzio di interesse. Questione di soldi.




Per la società e per il miglior talento espresso da questa città negli ultimi trent’anni. Peccato. In questo calcio dominato da personaggi della sensibilità di Rajola, l’agente scelto da Insigne, il calcio rimane solo per i tifosi il vero mondo dei sogni.

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