Perisic ha detto una bugia sul Napoli. Avete visto cosa faceva Inzaghi?

La bugia di Perisic sul Napoli e l’incredibile fortuna dell’Inter di Inzaghi con gli arbitri hanno portato i nerazzurri al primo posto in classifica.

PERISIC IL NAPOLI E LA BUGIA DI SAN SIRO

Perisic ci ha fatto sapere che la svolta dell’Inter è stata col Napoli ma in realtà sarebbe stato praticamente impossibile per chiunque uscire imbattuti dal Meazza sotto la direzione di Valeri. Evidentemente a Perisic è già sfuggito dai ricordi quanto combinato dall’arbitro romano nella recente gara fra Inter e Napoli.

Se al Napoli Spalletti è capitato di tutto in otto delle 17 gare finora giocate è andata molto meglio all’Inter. Alla sfortuna azzurra ha fatto da contrappeso l’incredibile fortuna del club milanese.

Tralasciando gli impuniti capannelli nerazzurri ad ogni fischio avverso e le non punite strumentali proteste di Inzaghi dalla panchina, ecco il dettaglio.

  1. Sampdoria – Inter 2 – 2, Orsato (Nasca). III giornata. 

L’Inter ritrova Orsato dopo 3 anni (Inter – Juventus del 2017 – 2018) e non se ne dispiace. Lo scudetto fu scippato al Napoli ma per gli azzurri non ha subito pause l’arbitro di Schio in questi anni. In altre latitudini c’è molto più rispetto. Per il Napoli rifilano sistematicamente i Valeri e i Mariani.

Gli 8 cartellini gialli per 25 falli complessivi fatti la dicono tutta sulla disastrosa esibizione andata in onda a Genova.

L’Inter passa in vantaggio al 18’ con Di Marco su calcio di punizione dal limite assegnato all’Inter per un presunto fallo di Colley su Lautaro. Lautaro è appena sfiorato da Colley ma tanto basta ad Orsato per concedere la punizione.

I milanesi segnano la seconda rete al 44’ con Lautaro ma il gol è viziato dal plateale fallo di Cahlanoglu su Damsgaard che Orsato ed il VAR non ravvisano. Orsato che reputa fallo il contrasto di Colley, reputa regolare la vistosa spinta di Calhanoglu.

  1. Sassuolo – Inter 1 – 2, Pairetto (Nasca) VII giornata. 

Pairetto e company salvano l’Inter da una sonora disfatta in una gara nella quale i nerazzurri gliene ne dicono di tutti i colori senza pagare pegno. I 10 falli emiliani saranno puniti con 4 cartellini gialli; i 19 falli milanesi sono pesati con 2 ammonizioni.

Il fattaccio avviene al 45’ coi locali padroni del campo ed in vantaggio per 1 a 0 per la rete di Berardi al 21’ su calcio di rigore. Un retropassaggio di De Vrij mette in azione Defrel che supera agevolmente il portiere Handanovic ma viene da questi steso fuori area di rigore con una gomitata ed uno sgambetto. Per Pairetto non è invece successo nulla e fischia beffardamente la fine del primo tempo.

  1. Empoli – Inter 0 – 2, Chiffi (Valeri). X giornata. 

E’ furia Andreazzoli a fine partita, ma è anche difficile dargli torto: “D’ambrosio su Bajrami? Mio nipote di 4 anni vedeva quel rigore, Valeri invece…”

Al 31’ è davvero invedibile il fallo di D’Ambrosio su Bajrami ma Chiffi non se ne accorge e Valeri se lo lascia sfuggire al monitor. Le reti di D’Ambrosio (34’) e Di Marco (66’), con al centro l’espulsione di Ricci (52’), sono altre storie di una gara condizionata da grave manchevolezza arbitrale sul punteggio di 0 a 0.

  1. Inter – Napoli 3 – 2, Valeri (Aureliano). XIII giornata. 

Valeri mette sotto un bel Napoli con le doppie misurazioni. In poco più di 30 minuti di gioco Valeri ammonisce mezza difesa azzurra ed Oshimen. Sull’altro versante abbocca a tutte le sceneggiate interiste e sopporta allegramente tutte le strumentali proteste ad ogni fischio avverso.

Al 4’ passa in cavalleria l’intervento di Lautaro su Osimhen.

Al 6’ è graziato Barella che blocca Anguissa lanciato in contropiede; Valeri non fischia neanche il fallo.

Al 9’, Valeri fa l’Ayroldi di una settimana prima e marca con l’ammonizione Osimhen per il contrasto con Skrinar.

Al 13’ è fermato l’attacco azzurro quando Valeri abbocca al tuffo di Brozovic; inutili le sacrosante proteste di Koulibaly.

Al 17’ passa in vantaggio il Napoli con Zielinski.

Al 24’ Valeri è richiamato al VAR per un mani di Koulibaly ed assegna il rigore all’Inter ed ammonisce il giocatore azzurro. Il tocco di mani è assolutamente involontario ed il pallone tocca prima il braccio destro attaccato al corpo ma Valeri è irremovibile nella sanzione disciplinare. Segna Calanoglu dal dischetto.

Al 34’ Valeri s’inventa l’ammonizione per l’altro difensore azzurro. Rrhamani è ammonito dopo un normale contatto di gioco con Correa.

Poco dopo è tutto da rivedere l’intervento di Brozovic su Osimhen in area interista ma Valeri sorvola e Aureliano al VAR raddoppia.

Al 41’ Valeri s’intenerisce con Calhanoglu ed estrae il semplice cartellino giallo. Se è da ammonizione Osimhen e se ammonisci gratuitamente Rramani pochi minuti prima non puoi lasciare in campo Calhanoglu per il duro intervento, in scivolata e da tergo, su Lozano.

Al 44′ Perisic di testa porta avanti i nerazzurri.

Il Napoli riparte alla grande nella ripresa e proprio all’inizio si vede negare un grosso rigore per fallo di Bastoni su Osimhen. Valeri non vede e Aureliano e Longo si distraggono fra le decine di monitor a disposizione in sala VAR.

Al 53’ entra Petagna per sostituire l’infortunato Osimhen (scontro con Skriniar).

Al 61’ giunge anche la beffa per il Napoli con la rete di Lautaro su lancio di Correa e sul quale non erano potuti intervenire per rischio espulsione gli entrambi centrali del Napoli per rischio espulsione; gli azzurri, fra i quali Rramani, erano stati ammoniti gratuitamente in precedenza da Valeri.

A giochi quasi fatti giunge l’ammonizione di Vidal al 72’ per fallo su Koulibaly.

Al 78’ accorcia le distanze il Napoli con Mertens.

All’84’ è farsesca l’ammonizione rifilata ad Handanovic per perdita di tempo.

Restano incredibili i soli 8 minuti di recupero concessi. Per gli infortuni accaduti sono proprio circa 8 i minuti persi (4’30” per Osimhen e circa 3’30” per lo scontro Ospina – Dzeko). Ci sono state 6 ammonizioni ed 8 sostituzioni nei tempi regolamentari. Ma lo show di Valeri continua anche nel recupero.

Al 92’ è ammonito Dzeko e poco dopo Valeri non gli mostra il secondo cartellino giallo per il fallo di mani plateale commesso.

Al 95’ è perdonato anche Skriniar per il duro intervento su Koulibaly.

Sull’operato di Valeri così si esprime Rosario Pastore su FB.

“<Stai nella cesta>: la frase era fra le preferite di Gigi Radice, grande allenatore e vincitore di uno scudetto alla guida del Torino di Ciccio Graziani e di Puliciclone, l’ultimo vinto dalla formazione granata quasi 45 anni fa. Queste parole, Radice le indirizzava verso coloro che mostravano improvvisi segnali di ribellione di fronte a soprusi veri e presunti. <Stai nella cesta> è ora l’avvertimento deciso dal mondo del calcio ad un Napoli che stava cercando di emergere dalla mediocrità, specie dopo le ultime due stagioni.

Lo so, ora i tifosi di squadre che da sempre vanno per la maggiore, bianconeri, rossoneri, nerazzurri, tireranno fuori la solita accusa: ecco il vittimista napoletano che parla e, naturalmente, si lamenta. Bene, sarà anche così, sarà solo la voce di uno la cui squadra continua a prendere mazzate, anche perché non c’è nessuno che la difenda. Ma io continuo a chiedermi se sarà solo un caso che, prima contro il Verona al Maradona e poi contro l’Inter al Meazza, innanzitutto il mediocre Ajroldi, poi l’internazionale Valeri abbiano immediatamente ammonito Osimhen alla primissima occasione e per falli che, forse, e ripeto forse, potevano anche essere puniti con una semplicissima ammonizione; poi, stavolta il cartellino giallo è stato esibito sotto il naso di Koulibaly e di Rrahmani, ovvero di tutt’e due i centrali.

Ora, fermo restando che il “mani” del Comandante probabilmente c’era, tutti abbiamo visto che mancava assolutamente la volontarietà nell’impatto, quindi il rigore era punizione più che sufficiente. E pure l’ammonizione a Rrahmani è apparsa assolutamente esagerata. I due provvedimenti hanno condizionato il Napoli e lo si è visto nell’occasione del gol di Lautaro: di fronte al nerazzurro che scendeva, percorrendo praticamente tutto il campo, nessuno ha avuto il coraggio di puntarlo, nel timore di beccarsi un’altra ammonizione se non addirittura l’espulsione.

Naturalmente, non è finita. Fino a quando la squadra non rientrerà nei ranghi, sono prevedibili altre situazioni simili. Avete notato che, appena un avversario viene sfiorato, si butta in terra come se fosse stato colpito da una cannonata? Mi chiedo quand’è che anche noi impareremo ad avere le stesse scomposte reazioni nelle quali specialmente i bianconeri (ma ormai tutte le cosiddette “grandi” hanno capito la lezione) sono maestri.

Ma forse non ci riusciremo mai, forse siamo troppo onesti e sportivi per farlo. Mi fermo qui, ribadendo un concetto: se i dirigenti del Napoli non se la prendono, se considerano del tutto naturale quanto succede, se, insomma, non gliene frega niente, perché dovrebbe prendersela il mio fegato? Continuerò a seguire il calcio, ci mancherebbe, ma solo da spettatore del tutto indifferente. Perché, me ne rendo conto, non vale la pena farsi il sangue amaro”. 

  1. Inter – Spezia 2 – 0, Ghersini (Mazzoleni). XV giornata. 

Le parole di Thiago Motta sull’operato arbitrale sono significative ed esaustive su quanto è avvenuto in campo. “Lautaro ha fatto 15 metri per colpire il mio giocatore, andava espulso. È un episodio grosso per me, dovevamo giocare in 11 contro 10 e magari sarebbe finita diversamente“.

La gara è condizionata dalle svariate misurazioni arbitrali (clamorosa la mancata ammonizione di Calhanoglu), soprattutto dalla mancata espulsione di Lautaro, solo ammonito. L’interista rincorre Erlic e lo stende a gioco fermo. Straordinario resta anche il mancato intervento di Mazzoleni al VAR; si era sul punteggio di 1 a 0 ma lo Spezia avrebbe dovuto giocare in superiorità numerica dal 42mo minuto di gioco.

Da rivedere anche un contatto Amian – Skriniar in area milanese.

  1. Inter – Cagliari 4 – 0, Marchetti (Pairetto), XVII giornata. 

Stravince l’Inter ma la partita è condizionata della mancata espulsione di Lautaro sul punteggio di 1 a 0. L’interista già ammonito al 33’ è inspiegabilmente perdonato al 38’ quando con la gamba alta abbatte Bellanova; per Marchetti, e Pairetto, è solo punizione per i sardi. Per Lautaro sarebbe bastato anche il semplice cartellino giallo.

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