Pavarese: “Mertens, ecco come stanno le cose. Raspadori a Napoli può esaltarsi”

Gigi Pavarese ha commentato i movimenti del Napoli sul mercato a cominciare dalla vicenda Mertens.

 

Gigi Pavarese, storico ex direttore sportivo del Napoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio. Ecco le sue parole:

“Tenere i senatori? Se pensiamo che finalmente è arrivato un terzino, in grado di spingere di più di Mario Rui – l’ultimo dei senatori rimasti (ride, ndr) – diciamo che l’opera di ristrutturazione, di ringiovanimento si può dire completa. A tutti è dispiaciuta questa mancanza di chiarezza su quelli che erano gli intendimenti, le linee da seguire. Un discorso come quello del presidente, con tutte le ammissioni che ha fatto, sarebbe stato meglio impostarlo venti giorni prima. L’amore verso questa società è ai minimi storici, nessun’arma avrebbe risolto le cose come una buona dose di chiarezza: il tifoso deve capire quali sono gli obiettivi e i movimenti di una società”.

Dichiarazioni sullo Scudetto?

“Quelle parole furono frutto delle critiche nei confronti del presidente De Laurentiis, che durante la stagione non aveva mai proferito la parola Scudetto. Voleva solo far capire che nel suo animo quella voglia di primeggiare, di vincere esiste eccome. Già all’epoca però era abbastanza chiaro che la situazione ad esempio di Koulibaly fosse incrinata, ma non si perché il Napoli è arrivato solo alla fine a proporre un contratto importante. Giuntoli ha parlato di proposta fatta verso aprile, ma già sapevamo anche lì che il difensore era promesso al Barcellona, che poi non aveva abbastanza fondi. Bastava dirlo da subito: Kalidou vuole essere ceduto perché vuole provare altre esperienze, ma non lo daremo a società italiane. Mi sarei aspettato questo”.

Mertens?

“Non capisco ora perché si mettano sul piatto le offerte e si voglia dare la colpa su chi abbia rifiutato e così via. Non si è trovato l’accordo, punto. Ti direi che è mancanza di stile, ma quella andrebbe riferita a chi è in questo ambiente da troppo poco tempo. De Laurentiis conosce questo mondo, forse parla di queste proposte in virtù del rapporto stretto con Dries ma ha fatto molto male i suoi calcoli. Perché Mertens avrebbe dovuto accettare? In qualità di lenzuolo calato per coprire certe altre decisioni? Come contentino?”.

Osimhen e Spalletti?

“Qua non dobbiamo stare a creare casi. Esistono certe dinamiche all’interno dello spogliatoio in cui non bisogna intromettersi: bisogna avere rispetto prima per i compagni e poi per se stessi, comunque, ma sono cose che capitano e non ci vedo niente di male. Ho sentito delle critiche verso Spalletti, ma cerchiamo di non intrometterci. Non è questione di maturità o prove di forza, bisogna anzi essere tutti uniti nell’interesse del Napoli, senza creare polveroni”.

Meret?

“Investimento importante per la società, bisogna puntare su uno come lui che è il futuro del calcio italiano. Caratterialmente ha bisogno di sentire il posto da titolare sicuro, è uno che soffre la presenza di un giocatore che ha più personalità rispetto a lui. Non lo conosco, lo apprezzo solo dall’esterno ma mi dà questa impressione. Sono comunque decisioni che deve prendere Giuntoli con Spalletti, in una stagione che sarà molto dispendiosa per i Mondiali e per la preparazione che andrà fatta in modo oculato e mirato. Ad ogni modo il ruolo del portiere è cambiato, siamo sempre stati abituati ad avere ruoli definiti ma non possiamo far altro che aspettare di capire quali saranno gli orientamenti”.

Raspadori?

“Se il Napoli crede che Raspadori sia un profilo adatto per formare la batteria offensiva allora è sicuramente un profilo giusto. Può esaltarsi con il Napoli, ha gli attributi giusti e ha anche vinto gli Europei nella passata stagione”.

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