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Troppi infortuni muscolari per il Napoli di Spalletti. Gli azzurri hanno perso anche Malcuit durante la sfida contro il Cagliari.
Antonio Corbo sulle piagane di repubblica punta il dito contro i troppi infortuni muscolari che affliggono il Napoli di Spalletti:
“Dell’emergenza il Napoli dà una rappresentazione teatrale. È tutto affanno e disordine. Gli manca la severa tranquillità della squadra che lotta per toccare il vertice, contro avversari che entrano in campo con 32 punti in meno. Decidono i due allenatori: Spalletti che rivoluziona cambiando troppo, compreso l’assetto tattico, sino a infilare i suoi in un inestricabile labirinto. E Mazzarri che nei tremori della retrocessione trova la genialità dei disperati, rivolgendo in suo favore l’eccessiva metamorfosi di quel Napoli che si sarà pentito chissà quante volte di aver abbandonato, con quella lunatica fuga nell’estate 2013 dopo il secondo posto.
Spalletti passa al 3-4-2-1 avendo perso Lozano, Politano, Lobotka e persino Insigne frenato da una sommaria diagnosi di affaticamento muscolare”.
Corbo aggiunge: “Il Napoli perde dominio della partita e possesso palla. Dà al Cagliari la superiorità a centrocampo con Juan Jesus perso. Un disastro che un errore di valutazione del portiere Ospina premia favorendo il vantaggio del Cagliari. Ospina eviterà il raddoppio per fortuna del Napoli che ricorda di aver lasciato in panchina in panchina Uragano Osimhen. Spalletti spazientito opera tre cambi: riporta la difesa a 4, elimina l’inutile Juan Juesus per Ounas. Infila Fabiàn al centro per Demme. E finalmente mette fuori Petagna per Osimhen.
Il Cagliari ha ancora la forza di chi trema sul ciglio del burrone, ma Mario Rui dalla sinistra a capo di una gara difficile ma di grande dignità individua sul secondo palo il testone biondo che cercava per evitare la sconfitta, Victor Osimhen vola più alto di un corazziere da 1.90, Giorgio Altare. Sale nel cielo di Cagliari per restituire il Napoli ad un sogno. Possibile? Dipende: mai più una partita simile. E basta insulti muscolari. Troppi. Si è capito perché?”.