Da Verona-Napoli a Napoli-Verona non è cambiato assolutamente niente, tranne che questa volta i calciatori più importanti c’erano tutti. Certo mancava Koulibaly, forse per fortuna, dato che il gol del vantaggio del Napoli al Maradona lo ha segnato Rrahmanani sostituto del senegalese. All’ultima di campionato con un Napoli costretto a vincere per qualificarsi alla Champions League, il tecnico azzurro aveva proprio tutti a disposizione. Mentre nel match Verona-Napoli no c’era ad esempio Osimhen dal primo minuto e mancava Manolas in difesa.
Eppure anche questa volta è stato Juric a mettere in scacco il Napoli di Gattuso. La formazione scaligera ha dominato il centrocampo, così come fece all’andata. Ha bloccato tutte le fonti di gioco degli azzurri che non sono usciti mai palla al piede. Il Napoli sembrava quello irriconoscibile dei vecchi tempi, centrocampo spaccato e senza alcun gioco. Eppure questa volta sul terreno di gioco c’erano i calciatori migliori, quelli che fino a qualche settimana fa, facevano fuoco e fiamme in campo.
Napoli fuori dalla Champions. Problema di personalità?
Da Verona-Napoli a Napoli-Verona, dicevamo, non è cambiato nulla. La squadra azzurra è stata mediocre, incapace di palleggiare, di imporre il proprio ritmo. Gli scaligeri di Juric erano semplicemente ben ordinaati in campo e per larghi tratti hanno anche palleggiato, sguazzando nei buchi a centrocampo in cui il quasi immobile Bakayoko sembrava un pesce fuor d’acqua. Juric per la seconda volta in campionato ha imbrigliato Gattuso, lo ha annientato tatticamente. Eppure gli azzurri erano passati in vantaggio con Rrahmani ma il Napoli non ha avuto nemmeno la prontezza di spirito di difendere il risultato. A questo punto ci si chiede com’è possibile che questi calciatori siano entrati così intimoriti in campo, quasi come se non avessero mai giocato un minuto in Serie A.