La Gazzetta su Osimhen e gli arabi usa i soliti stereotipi su Napoli e accostamenti forzati con Totò e Carosone.
NOTIZIE CALCIO NAPOLI. L’articolo pubblicato ieri dalla Gazzetta dello Sport sta facendo discutere per l’uso di luoghi comuni e accostamenti impropri tra il mondo arabo e l’universo di Totò e Carosone. Il quotidiano rosa, nel parlare dell’interesse saudita per Osimhen, ha tirato in ballo film come “Totò d’Arabia” e canzoni come “‘O Sarracino”, alimentando stereotipi.
La Gazzetta: pregiudizi e luoghi comuni su Napoli
La Gazzetta dello Sport, ha pubblicato un pezzo che ha suscitato non poche polemiche tra gli addetti ai lavori e tra gli appassionati di calcio. La scelta di usare Totò e Carosone come spunti per collegare il mondo arabo e Napoli, e le conseguenti insinuazioni sulla situazione del calciomercato attuale, hanno suscitato non poche perplessità.
Il titolo stesso, “Da Totò a Osimhen, ora l’Arabia dei napoletani non è più felice“, si presta a diverse interpretazioni, molte delle quali non lusinghiere per il popolo napoletano.
La narrazione proposta dal quotidiano sportivo sembra seguire un filo conduttore che mescola il passato cinematografico italiano con la realtà contemporanea del calciomercato. Si può leggere tra le righe un certo tono di derisione, una sorta di ironia pungente che non tutti potrebbero apprezzare.
La domanda che sorge spontanea è: perché usare figure iconiche come Totò e Carosone, che hanno segnato la storia del cinema e della musica italiana, in un contesto che ha poco o nulla a che fare con le loro opere? La risposta non è semplice e probabilmente risiede in quella zona grigia tra il desiderio di creare titoli accattivanti e l’uso sconsiderato di riferimenti culturali.
Va sottolineato che il Napoli, tra le squadre di Serie A, ha dimostrato una notevole solidità economica, resistendo alle lusinghe dei grandi investitori esteri. Eppure, piuttosto che mettere in evidenza queste dinamiche positive, si tende a sminuire o ridicolizzare.
Il calcio, come molte altre discipline, è un riflesso della società. Le divisioni, le incomprensioni e le rivalità si riflettono inevitabilmente anche nel mondo del pallone. Tuttavia, sarebbe auspicabile che i media, e in particolare le testate giornalistiche, mantenessero un certo livello di equilibrio e rispetto nell’approcciare tematiche delicate.
Trapela dall’ articolo una certa prevenzione nei confronti del Napoli, l’unico club finora capace di resistere alle avance arabe. Mentre su altre società come Inter, Milan e Juventus la Gazzetta appare più “indulgente”. Insomma, l’uso di luoghi comuni e accostamenti arbitrari sembra nascondere una certa inclinazione “anti-Napoli” da parte del noto quotidiano sportivo.
Invece di creare divisioni, il giornalismo sportivo dovrebbe celebrare la bellezza del gioco, l’arte del calcio e la passione che esso suscita. E, soprattutto, dovrebbe evitare di usare figure storiche come mere pedine in un gioco di polemiche e di titoli ad effetto.