Gazzetta – Napoli modello da seguire, Kvaratskhelia un crac ma hanno preso anche una ‘bestia’

Kim Min-jae e Kvicha Kvaratskhelia sono i due giocatori che il Napoli ha preso sul calciomercato e stanno incantando Serie A ed Europa. Dopo una stagione di polemiche, in cui gli stessi quotidiani hanno inserito il Napoli molto indietro, almeno in terza fascia, per la corsa scudetto, ora i giudizi stanno cambiando. C’è chi diceva che Kvaratskhelia era forte ma nel campionato georgiano, chi diceva che Kim non avrebbe mai e poi mai potuto sostituire Koulibaly.

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Kvaratskhelia e Kim: stelle del Napoli

Invece ora dopo sette giornate di Serie A e due di Champions League, con un Napoli primo in entrambe le competizioni i conti sembrano tornare per Aurelio De Laurentiis. Per dare un giudizio definitivo è ancora presto, ma è chiaro che i nuovi calciatori, non solo Kim e Kvaratskhelia, hanno avuto un ottimo impatto sul Napoli. Simeone e Raspadori hanno già due gol a testa, Ostigard ha fatto vedere buone cose quando è stato chiamato in causa, così come Olivera. Ma anche Zerbin, convocato da Mancini, promette bene. Due che hanno avuto un impatto meno importante sono Ndombelé e Gaetano, anche se per motivi diversi, ma avranno modo di riscattarsi.

In ogni caso il modello Napoli viene definito un esempio da seguire da parte di Gazzetta dello Sport che parte da Osimhen pagato “tanto ma bisognava scoprirlo. Dopo opo tre stagioni tra Wolfsburg, Charleroi e Lilla, non in Champions. L’ha scoperto il Napoli. Intuizione, fortuna, chissà. Poi è arrivato Anguissa, non esattamente uno sconosciuto, avendo giocato con Marsiglia, Fulham e Villarreal, ma prenderlo per quindici milioni non è un affare, è davvero un gran colpo“.
Poi prosegue: “Ma il Napoli quest’anno si è superato. Poi andiamo sul difficile: Kim Min-jae, sudcoreano in arrivo da Cina (Beijing) e Turchia (Fenerbahce), una “bestia” che rimanda agli stopper fisici e insuperabili di un tempo e che si sta esaltando negli uno contro uno: non era proprio facile individuarlo, no? Non parliamo di Kvaratskhelia, che non era un nessuno, ma neanche l’ala sinistra devastante, alla Boniek, che stiamo ammirando. Ora, escludendo l’ipotesi che in tre anni il Napoli abbia rastrellato tutti i gioielli nascosti in giro per il mondo, il gioco delle percentuali dice che ci sono altri potenziali ‘crac’, sostenibili economicamente, utili tatticamente e umili il giusto. Si diceva che le grandi non potessero presentarsi ai loro tifosi con illustri sconosciuti, ma soltanto con giocatori affermati. Visti certi risultati, e il contesto finanziario che incombe, non sarebbe forse il caso di imitare il Napoli?”

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