Dopo le dichiarazioni di Acerbi che nega le accuse di razzismo di Juan Jesus, la Gazzetta difende il calciatore dell’Inter.
CALCIO NAPOLI – La telenovela legata al presunto caso di razzismo tra Francesco Acerbi e Juan Jesus si arricchisce di un nuovo, clamoroso colpo di scena. Dopo le iniziali accuse del difensore del Napoli e la smentita del giocatore dell’Inter, con il racconto della sua versione dei fatti, la situazione si è ulteriormente infiammata, mentre la posizione de La Gazzetta dello Sport scatena polemiche.
L’accusa di Juan Jesus: “Mi ha detto negro”
Tutto è iniziato al 58′ di Inter-Napoli, quando le immagini tv hanno mostrato chiaramente Juan Jesus rivolgersi all’arbitro La Penna accusando Acerbi: “Mi ha detto negro, e questo non va bene“. Un’accusa esplicita di insulto razzista rivolta al diretto interessato.
La smentita di Acerbi: “Non ho mai detto frasi razziste”
A distanza di 24 ore, però, Acerbi ha respinto al mittente ogni addebito, smentendo con parole nette la versione del collega brasiliano: “Non ho mai detto frasi razziste, questo è poco ma sicuro“, ha tuonato alla Stazione Centrale di Milano.
La Gazzetta dello Sport difende Acerbi
Mentre i rispettivi club e la Figc hanno mantenuto un profilo basso, risulta particolarmente controversa la posizione espressa da La Gazzetta dello Sport, uno dei principali quotidiani sportivi italiani, che ha puntato il dito contro Juan Jesus accusandolo di aver “sbagliato 3 volte” nella gestione del caso.
“Il difesore del Napoli ha sbagliato 3 volta: La prima quando ha confessato il fatto all’arbitro. La seconda quando ha detto di perdonare Acerbi, secondo una regola mafiosetta: “sono cose di campo” .
La terza quando ha raccontato sui social, stizzito dalle negazioni di Acerbi, quello che avrebbe dovuto dire la sera prima davati alle telecamere”.
Una ricostruzione che ha scatenato un’ondata di critiche e polemiche, con l’accusa a La Gazzetta di essersi schierata apertamente dalla parte di Acerbi e di aver minimizzato le accuse di razzismo, applicando gli stessi pregiudizi controversi espressi in passato in altri casi analoghi. Ricordiamo la levata di scudi della gazetta e dei maggiori media italiani per il caso Lukaku, ma allora il belga indossava una maglia a strisce.
Un bivio per la giustizia sportiva
Toccherà ora agli organi di giustizia sportiva fare piena luce sulla vicenda, raccogliendo tutte le prove a disposizione per stabilire l’effettiva dinamica dei fatti e prendere i provvedimenti conseguenti. Un caso che rischia di rappresentare un vero e proprio bivio per la credibilità della lotta contro ogni forma di discriminazione.