Forgione: “Il Napoli sta perdendo credibilità e tifosi. Spunta un dato allarmante”

Angelo Forgione analizza il momento del Napoli e mette in evidenza il calo di tifosi e di passione intorno al club azzurro.

Il giornalista e scrittore angelo Forgione, nel consueto editoriale su areanapoli.it mette in evidenza  come i risultati altalenanti stanno allontanando i tifosi dal club azzurro.

IL NAPOLI PERDE TIFOSI

“Una frustrazione lunga quattro anni. Da tanto i tifosi del Napoli vivono una continua e umiliante delusione. Uno scudetto strappato via con destrezza e mollato senza resistenza, un ammutinamento con abbandono dell’allenatore più prestigioso d’Europa, un black-out improvviso sul traguardo a favorire i bisognosi e detestati rivali e ora la frenata sul più bello di uno scudetto possibilissimo e lasciato ancora al Nord vorace. I campionati del Napoli sono diventati una sorta di tela di Penelope, disfatta puntualmente da chi l’ha tessuta con una puntualità ormai epica. Anche in questa stagione, le strane dinamiche interne hanno generato il paradosso della delusione per un obiettivo iniziale centrato, altrimenti accolto con gioia, ma di fatto insufficiente per quel che la squadra aveva fatto vedere nella prima parte della stagione.

Questo Napoli, pur essendo il club italiano più virtuoso e costante degli ultimi tredici anni, negli ultimi quattro si è purtroppo cucito addosso un abito elasticizzato, mostrando l’aderenza ai muscoli e poi, improvvisamente le pieghe, pregiudicando la sua immagine. Un club sempre ai vertici, sempre in Europa e con qualche trofeo nazionale vinto, un unicum per l’asfittico calcio meridionale che di fatto, Napoli a parte, non esiste nella geografia del grande football, ma un club ritenuto incapace di compiersi”.

DI CHI SONO LE COLPE?

Forgione aggiunge: “Non è più il tempo della ricerca delle responsabilità e dei colpevoli. È ora che il Napoli decida di crescere e di prendersi le responsabilità di ciò che fa e poi disfa, ovvero di ciò che dà la sensazione di poter fare prima di sottrarsi puntualmente alle sue promesse non dette. È bene che la Proprietà capisca che in questo passaggio storico si sta raffreddando chiaramente una straordinaria passione che ha contraddistinto la storia azzurra, e che – fatto da non sottovalutare – in questi ultimissimi anni si è giocato l’innamoramento di tanti bambini che si sono avvicinati al calcio, a beneficio dei sempre vincenti club del Nord. Non è solo una questione di cuore per quella parte romantica del calcio che ancora sopravvive, ma anche finanziaria. I tifosi rappresentano quel bacino d’utenza che garantisce la fetta più o meno grande dei diritti televisivi, oltre alla bigliettazione e al merchandising, ed è il momento che la proprietà, artefice di un’invidiabile continuità, arresti questo perverso processo in cui agli ottimi risultati del club corrisponde un calo della temperatura ambientale.

Secondo un sondaggio realizzato da StageUp e Ipsos, il Napoli è stato il club che nel quinquennio 2011-2016, quello del suo posizionamento nel grande calcio internazionale, ha guadagnato più tifosi in Italia. La stessa fonte demoscopica ha poi rilevato una crescita di tifosi di Inter e Milan, ritornate a lottare per lo scudetto, e il riallargamento del divario nei confronti della quarta tifoseria d’Italia, quella azzurra, in calo di sei punti percentuali nell’ultimo rilevamento (agosto 2021) rispetto alla stagione precedente.

LA FAMIGLIA DE LAURENTIIS PRENDA UNA DECISIONE

La famiglia De Laurentiis non può non rendersi conto che il Napoli stenta ad appassionare i bambini, sempre affascinati dalla vittoria, e che la passione sta scemando. Tutto ciò significa riduzione degli introiti nel tempo, in un calcio dai fatturati asfittici in cui il ritorno in Champions League dopo due anni di assenza, obiettivo iniziale, è vitale perché evita un terzo fallimento esiziale per il percorso futuro del club. Un club che è di fronte a un ridimensionamento annunciato del monte ingaggi e un sommario repulisti (quanto ha giovato tutto questo all’impegno nel rush finale?) ma anche alla necessità di non disperdere l’enorme patrimonio di passione che è linfa vitale. Finisca con il crollo del Napoli di Spalletti la tortura dei tifosi azzurri, illusi e traditi troppe volte negli ultimi indefinibili anni. È tempo che questo supplizio di Tantalo al quale sono costretti finisca, una volta e per sempre, e che si arresti l’emorragia di sangue azzurro”.

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