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Aurelio De Laurentiis impone il ritiro al Napoli. Salisburgo e Genoa per la svolta. Ancelotti parla alla squadra
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La sconfitta di Roma lascia tracce, ma Ancelotti crede nella reazione del Napoli. Le partite con Salisburgo e Genoa possono segnare l’intera stagione.
Il Napoli è a 11 punti dalla Juventus, che guida la classica della Serie A: 18 contro 29. Un fardello pesante che gli azzurri a questo punto del campionato non conoscevano da dieci anni.
Da tre partite di campionato il Napoli non vince (pari con Spal e Atalanta, ko con la Roma). L’ultimo successo è del 19 ottobre: 2-0 in casa sul Verona.
Al Napoli mancano gli occhi di tigre, come li chiamava Julio Velasco. Il buio della classifica, scrive il Corriere dello sport, comincia a inquietare, Aurelio De Laurentiis, che scende in campo e spinge il Napoli a guardarsi dentro, ad analizzarsi: tutti in ritiro, sin da stasera, per prepararsi a quella che Insigne ritiene la «partita della vita».
Fino a domenica, dopo la partita di sabato con il Genoa, perché il campionato non può finire adesso, quando siamo al quattro di novembre, e se ne sono andate dieci giornate, c’è (almeno) la qualificazione in Champions League da conquistare e poi si vedrà…
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Il week end amaro è cominciato all’Olimpico ma poi è continuato, la rabbia di Carlo Ancelotti è rimasta a lungo soffocata sul pullman, dove l’allenatore si è accomodato a fine partita, lasciando che fosse suo figlio Davide a gestire ogni apparente dettaglio.
Ancelotti, ieri mattina ha parlato alla squadra, oltre ai calciatori, c’era Cristiano Giuntoli, con la sua espressione seriamente infastidita. L’Olimpico è la sintesi di questo momento da scacciare via, in fretta: «Voglio vedere la cattiveria. Non si può essere così pigri».
Perché a Roma e prima a Ferrara, s’è perso il “sacro fuoco”, spentosi tra le pieghe di partite double-face, ormai non più consentite.
Questa squadra non può essere il Napoli, né quello di Ancelotti, un allenatore che ha vinto ovunque e vorrebbe farlo ancora, perché ci crede, almeno lui ancora sì, nonostante la realtà induca al pessimismo cosmico.
Si vedrà se questa domenica 3 novembre possa rappresentare l’alba di un nuovo giorno, se la decisione di De Laurentiis e quel discorso di Ancelotti abbiano fatto breccia, provvedendo a spingere il Napoli a svegliarsi.