Aurelio De Laurentiis ha attaccato il presidente della Figc Gabriele Gravina, la questione multiproprietà ha il suo peso. Come racconta Gazzetta dello Sport solo nel 2018 il presidente del Napoli e quello della Figc andavano d’accordo, tanto che De Laurentiis era un suo grande elettore e Gravina gli consigliava le strutture di Castel di Sangro come sede del ritiro per il Napoli. Tutto normale, fino alla rottura definitiva. Ecco quanto scrive Gazzetta dello Sport.
Complice la scelta di non prorogare le multiproprietà a livello professionistico (i De Laurentiis posseggono Napoli e Bari) e anche la scelta caldeggiata dall’imprenditore di eleggere Lorenzo Casini a presidente della Lega. E così ieri sono volati gli stracci. L’occasione un convegno nel Palazzo reale di Napoli, Il Mattino festeggia i suoi 130 di storia e organizza una serie di convegni a tema su ogni argomento che riguarda la città, fra cui uno sul futuro del calcio.
L’attacco di De Laurentiis a Gravina è stato diretto e nella serata di ieri è arrivata la risposta del presidente della Figc.
In tre anni e mezzo Gravina non ha fatto nulla, non possiamo aspettarci che faccia ora delle cose. Nei ruoli istituzionali calcistici ci sono persone che nella loro vita raramente hanno avuto a che vedere con il mondo del calcio. Gravina ha fatto una corsa dalla Serie D alla Serie B per poi ritornarsene in maniera fallimentare giù con il Castel di Sangro – sottolinea mentre gli astanti mostrano un certo imbarazzo -, ma in realtà questi signori non hanno mai frequentato una società di calcio contemporanea, quindi non ne conoscono i problemi, fanno finta di conoscerli ma in realtà non li possono nemmeno immaginare e capire.