Antonio Corbo di Repubblica torna a parlare dell’esonero di Carlo Ancelotti dal Napoli e racconta lo scarso feeling di insegne con Davide. “Lasciò dopo il secondo posto il Napoli, già promosso agli ottavi di Champions il 20 dicembre 2019 dopo il 4-0 al Genk e una cena-choc con il presidente. Anche i più devoti tifosi, dipendenti e amici di De Laurentiis devono riconosce che il Napoli e il presidente ne escono male. I giocatori che non si sentivano subalterni ad Ancelotti jr, viceallenatore apprezzato oggi a Madrid, Allan che ha pagato 140mila euro per la rivolta e lo scontro con Eduardo De Laurentiis altro figlio e altro vice, Insigne che si sentiva schiacciato e neanche filava con Davide, i tifosi che ascoltavano tronfi opinionmaker a digiuno di calcio” fa sapere Corbo.
Poi il giornalista aggiunge: “Colpa di tutti, certo, anche di Ancelotti. Ma una riflessione, se si rivede allo specchio al momento di radersi, deve farla anche il presidente. Formidabile colpo quando prese Ancelotti: prezzo modico, porte aperte al figlio e al genero nutrizionista con ambizioni da supermedico, ma soprattutto mise in poche ore a tacere gli orfani di Sarri. Un geniale colpo di teatro. Fu amicizia sincera, con cene e tressette. Fino alla grana“.
Il dopo Ancelotti a Napoli significa Gattuso, ecco il pensiero di Corbo: “Un mercato in dissonanza con De Laurentiis e Ancelotti portò alla crisi, poi a Gattuso, quindi al troppo caro mercato di gennaio, 100 milioni quasi bruciati per la paura che aveva ormai scosso la società. C’è una sola morale purtroppo facile. Saranno grandi il Napoli e il suo presidente quando il febbrile De Laurentiis seguirà la parte migliore di sé, le sue idee, le sue visioni. Se Aurelio avesse anche la normalità per portarle avanti“.