Carlo Ancelotti è la bestia nera dei granata. Il tecnico del Napoli contro il Torino non ha mai perso. La mente torna al quel 13 marzo…
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A Napoli non hanno troppi motivi per sorridere: a onta di un parco attaccanti sulla carta lussureggiante, contro Cagliari, Brescia, Genk e Torino questi hanno segnato solo un gol in 360 minuti.
Ma è ancora in piedi uno dei capisaldi statistici della vita di Carlo Ancelotti, che in quattordici precedenti da allenatore contro il Torino non ha mai perso.
C’è di più: la parentesi più brillante della sua carriera – gli otto anni al Milan ricolmi di coppe e soddisfazioni – prese il via proprio da una sconfitta a Torino che causò l’esonero del suo predecessore Fatih Terim, condannato da un gol di Ferrante e da un rigore al 90′ incautamente affidato a Pippo Inzaghi, e fallito così.
Ancelotti, scrive ultimouomo.it, prosegue nel suo percorso netto: 14 partite contro i granata, otto vittorie e sei pareggi.
Solo Fabio Capello ha fatto meglio, con le sue venti partite da imbattuto (11 vittorie, nove pareggi).
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Il tecnico del Napoli è legato al Comunale di Torino, oggi ribattezzato Stadio Grande Torino, anche da un episodio importante vissuto da calciatore, il 13 marzo 1988.
Un’ora dopo essersi schiantato di testa su un cartellone pubblicitario rimediando due punti di sutura, segnò proprio di testa il gol di un importantissimo 1-1.
Quel goal tenne il primo Milan di Arrigo Sacchi in scia del Napoli, prima di sorpassarlo qualche settimana dopo e avviare l’epopea berlusconiana a cui poi Ancelotti ha dato un grande contributo anche da tecnico.