Ottavio Bianchi parla del Napoli: “Può vincere lo scudetto, anche in Champions League può arrivare fino in fondo“.
L’ex allenatore è stato intervistato da Corriere dello Sport. Bianchi è stato l’allenatore del primo scudetto del Napoli, l’uomo che ha segnato la storia con Diego Armando Maradona. Trentasei anni dopo quella magia può ripetersi, ma con interpreti diversi da Kvaratskhelia ad Osimhen, passando per capitan Di Lorenzo e Simeone, l’uomo della provvidenza.
Ottavio Bianchi: il Napoli lo scudetto e la Champions League
L’ex tecnico non vuole sbilanciarsi e dice di essere scaramantico: “Non mi sentirete dire che lo scudetto è vinto ma non mi vieterete di pensarlo e tenerlo per me. E non è solo per quei tredici punti di vantaggio“.
Bianchi fa i complimenti a tutti: “Sono tutti bravissimi” e poi aggiunge: “Siamo dinnanzi ad un’impresa che non è un miracolo, perché in questo dominio così assoluto c’è la competenza, la forza limpida del Progetto, che in vari casi sembra un termine usato per fare scena e che in questa circostanza è la parola giusta. E poi non è sempre detto che giocar bene ti faccia ottenere i migliori risultati, anche se quella resta la strada migliore, ma stavolta sta succedendo“.
Poi dice di essere rimasto colpito dal “coraggio di credere in se stessi, perché a luglio scorso nessuno osava sospettare che sarebbe venuto fuori un capolavoro del genere. Via Ospina, Koulibaly, Fabian Ruiz, Insigne e Mertens e spazio a calciatori che sono andati a scovare dove altri non avevano avuto la capacità di addentrarsi. Un rischio enorme, se ci pensate, che ha riprodotto un modello intelligente di fare calcio. Perché va detto anche altro, ad esempio: che il Napoli lassù non ci sta da oggi ma da un bel po’“.
Spalletti esaltazione del Napoli
Bianchi un plauso a De Laurentiis per aver ridato dimensione internazionale al club, con coti e bilanci in ordine. Ma anche a Giuntoli per il lavoro fatto in termini di scouting e costruzione della quadra.
Ma quando gli si chiede un nome da esaltare dice: “La critica è giustamente esaltata da Osimhen, che fa gol da gustarsi una e pure dieci volte; oppure viene incantata dalle evoluzioni di Kvaratskhelia, che fa sognare. Ma io che sono stato allenatore amo la chimica del calcio, la capacità di far esprimere il concetto di squadra, e quindi c’è tanto di Spalletti in questo momento. C’è un
clima fantastico, nessuna polemica da parte di chi esce e l’allegria e la determinazione che ci mette chi entra“.
Ovviamente Bianchi dice che non si può confrontare questo Napoli con la sua squadra, e nemmeno vale l’analogia tra “tra Osimhen e Careca, che non si possono riscontrare. Sono centravanti di epoche lontane, con un calcio che ha connotazioni mutate. Osimhen dà l’impressione che nella sua modernità ignori lo spazio, lo ritenga superfluo, perché è sempre lui che se ne impossessa. E Careca, con quei piedi, sentiva invece la necessità del dialogo con i suoi pari, voleva compagni che dessero del tu al pallone“.
“Il Napoli può vincere tutto”
L’ex allenatore mette l’accento sull’umiltà e la forza del gruppo con Simeone e Raspadori, ma anche di tutti gli altri, che stanno dando un grandissimo contributo.
Ma Bianchi non pensa solo al Napoli e lo scudetto, ma pure alla Champions League: “E perché mai non dovrebbe farcela una squadra che gioca su questi livelli e a questi ritmi? Chi in Europa mostra tutto questo potenziale? Ci sono delle grandi che sono in difficoltà, e forse sarà stata colpa anche della sosta, mentre il Napoli dopo aver perso a Milano ha semplicemente distrutto il campionato. Lo ha ridotto alla Bundesliga di qualche stagione fa, quando il Bayern festeggiava con un mese d’anticipo e non off riva mai agli avversari la possibilità di pensare che potesse crollare. La Champions League è una possibilità, certo“.
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