Ancelotti contro la Superlega: “Uccide il merito. Penalizzazioni? Sarebbe enorme ingiustizia”

Carlo Ancelotti ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello Sport di Ivan Zazzaroni, si parla anche della Superlega

Il tema Superlega tiene ancora banco, nata e ‘morta’ in 48 ore, il nuovo format calcistico resta comunque un tentativo di rivoluzione importante. Carlo Ancelotti al Corriere dello Sport parla anche di questa volontà di cambiare il calcio da parte dei grandi club.

Sei sempre stato critico nei confronti del Fair Play finanziario
Bisogna esser duri con chi fa i debiti e più duri con chi non li ripiana. Sono contro chi non paga gli stipendi, chi spende molto più di quello che incassa. Se il proprietario di un club vuol mettere soldi suoi per aggiustare i conti delle società, deve essere lasciato libero di intervenire: è tutto denaro che entra nel circuito“.

L’Uefa ha congelato il Fari Play Finanziario per via della pandemia
L’Uefa si, la Premier non ancora, ma immagino che si mostrerà più tollerante“.

Anche il progetto Superlega ti ha visto tra gli oppositori dichiarati
Mi sta bene che si parli di business, di industria del calcio, poiché muove 25 miliardi di euro, almeno così ho letto. Non mi sta bene, però, quando il business uccide il merito sportivo. Ero contro la Superlega perché non lo considerava. Ci vuole un’abilità particolare per coniugare business e merito e il calcio questa capacità deve possederla, altrimenti non ci siamo. Il merito riservato solo a cinque squadre non è merito“.

L’Uefa pensa di estromettere dalle coppe, per un anno, Real, Barcellona, Juve e Milan.
Non credo possa farlo, se le squalificasse finirebbe per penalizzare i tifosi e i calciatori di quelle squadre, gente che si è opposto alla creazione della superlega. Sarebbe un paradosso e un’enorme ingiustizia. Questo aspetto della questione va trattato con i guanti bianchi. I tifosi e i calciatori non c’entrano. Perché punirli? E come la prenderebbero le tv che hanno pagato i diritti di una Champions a ranghi completi?

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