Altra tegola per la Juve: Ritrovate le scritture nascoste

La procura di Torino ritrova le carte nascoste di Cristiano Ronaldo, altra tegola per la Juventus  per il caso plusvalenze.

La Procura di Torino, ha notificato alla Juventus l’avviso di conclusione delle indagini preliminari per i reati di falso nelle comunicazioni sociali e false comunicazioni rivolte al mercato ai componenti del Consiglio d’amministrazione della Juventus, a “dirigenti con responsabilità strategiche” e ai componenti del collegio sindacale e al revisore legale.

JUVE, LA PROCURA RITROVA LE CARTE NASCOSTE

Non ci sono le solo lei plusvalenze nell’atto d’accusa con cui la Procura ha chiuso le indagini a carico dei vertici della Juve. Le contestazioni includono infatti lo spostamento, da un anno al successivo, di costi per stipendi che avrebbe alterato i bilanci 2020, 2021 e 2022.

Secondo la procura,  le somme da versare agli atleti erano già concordate ex ante, con scritture private individuali che – una volta completato l’iter – sarebbero state distrutte. Le clamorose perquisizioni disposte un anno fa cercavano infatti evidenze di tali scritture, inclusa quella (piuttosto misteriosa) riguardante Ronaldo a cui si faceva riferimento in un’intercettazione. Il punto nodale di questo filone del capo d’accusa è tutto qui.

L’ormai celebre scrittura privata tra la Juventus e Cristiano Ronaldo (quella “che non si deve trovare“, come emerso da un’intercettazione) sarebbe stata ritrovata e avrebbe un valore di circa 20 milioni di euro

Scrive il corriere dello Sport: “Secondo l’accusa, la Juventus avrebbe “truccato i bilanci 2018, 2019 e 2020 con 115 milioni di plusvalenze artificiali, per nascondere l’erosione del capitale sociale e proseguire indebitamente la negoziazione del titolo in Borsa”. Tra gli indagati ci sono il presidente Andrea Agnelli, il vicepresidente Pavel Nedved e l’amministratore delegato Maurizio Arrivabene.

Secondo la procura, la Juve sapeva di dover corrispondere gli stipendi (almeno 3 delle 4 mensilità ufficialmente depennate) mentre lasciava intendere al mercato di aver consolidato un risparmio di spesa.

 Tale manovra si è poi ripetuta negli anni successivi,  le false comunicazioni sociali (e false comunicazioni al mercato) in una società quotata sono un reato piuttosto serio.

L’argomentazione bianconera secondo cui le differenze si compensavano nel triennio non pare molto convincente perché il bilancio annuale deve fornire ogni anno la rappresentazione veritiera e corretta della dinamica economica, per non indurre in errore ignari risparmiatori (o investitori) che possono negoziarne le azioni.

Sulle plusvalenze è tutto abbastanza noto ed esistono precedenti nel calcio in cui il tribunale ha concluso per l’impossibilità di attribuire valori certi ai cartellini dei giocatori: sarà certamente questa la difesa degli accusati e molto difficile per l’accusa provare il contrario. La richiesta di provvedimenti cautelari (i domiciliari per Agnelli, negati dal gip) non potrà avere seguito per fatti riguardanti bilanci ormai chiusi e documenti già in possesso degli inquirenti”.

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