Ilaria D’amico è Juventina, la giornalista di Sky non si nasconde più. Paolo Ziliani afferma: “ora si faccia chiamare Jlaria”.
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Ilaria D’amico è Juventina, la clamorosa gaffe della giornalista di Sky rivela la sua fede bianconera. Paolo Ziliani sul fatto quotidiano commenta cosi:
ILARIA D’AMICO JUVENTINA
Dicono che Ilaria D’Amico stia pensando di cambiare nome: vuole chiamarsi ancora Ilaria ma con la J iniziale, la J di Juventus, che la farebbe diventare Jlaria.
Ormai è tempo, la giornalista di Sky non si nasconde più. Indossando l’immancabile abito bianconero, nel dopo partita di Atletico-Juventus 2-0, mercoledì scorso, la compagna di Gigi Buffon, nel pieno del dibattito sulla difficoltà di giocare nella bolgia dello stadio Wanda Metropolitano, ha interrotto Fabio Capello e ha detto: “Non lo conoscevamo, noi della Juve”.
NOI DELLA JUVE
Attimi di sconcerto in studio. Ma sarebbe finita lì, probabilmente, se non fosse che a Jlaria il tracollo bianconero aveva intaccato, assieme all’umore, la lucidità. Il fatto di trovarsi in compagnia di un ex allenatore (Capello) e di un ex campione (Del Piero) della Real Casa le aveva forse dato imprudenti certezze; sta di fatto che dopo il rivelatore “Noi della Juve” la D’Amico si è avventurata in una rovinosa disamina della partita tutta tesa a sminuire la bravura dell’Atletico, col risultato di farsi radere al suolo da tutti i suoi ospiti, da Capello a Del Piero, da Pirlo a Condò.
LA D’AMICO DIFENDE LA JUVE GLI OSPITI LA DISTRUGGONO
“La cosa brutta – ha detto Jlaria in un italiano un po’ così – è che a dispetto delle squadre spagnole, l’Atletico Madrid non gliene frega niente di giocare male, di giocare un brutto calcio”.
Nonostante Capello le avesse già detto che “Bonucci è stato appena sfiorato, si è buttato subito e questi sono i risultati ”mentre in Italia “se ti pressano e ti danno una spintarella, ti butti per terra e fischiano”.
La D’Amico invocava l’aiuto di Del Piero, ma Pinturicchio rispondeva che a dispetto di quel che gli dettava il cuore, dire che il gol fosse da annullare gli era impossibile.
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Jlaria a quel punto era alle corde. Ma lì accanto notava Pirlo: “Com’è giocare queste partite di Champions League, tu che hai giocato la finale con la Juventus?”, gli aveva chiesto; “Veramente le ho giocate anche col Milan”, le aveva risposto lui, che per delicatezza aveva evitato di ricordarle le due finali vinte in rossonero, una contro la Juve).
E Jlaria finiva al tappeto. Fra gli uccellini che cinguettavano.