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Paolo Ziliani, nel suo editoriale sul Fatto Quotidiano, ha puntato il dito su Martina Colombari e la Juventus. Ecco quanto evidenziato
E’ dall’idea di eleggere Martina Colombari, 43 anni, ex Miss Italia 1991, presidente del calcio femminile, che si giudica un movimento come quello del pallone italico. E però, i particolari cominciano a essere tanti; così tanti da diventare indizi, per non dire prove. Tessere di un puzzle che va sempre più chiaramente componendosi anche se tutti fingono di non vedere: il puzzle del “Condominio Juve”.
Domanda: sapete come il calcio italiano, quello che negli ultimi anni ha allungato i suoi tentacoli di Agnelli, presidente Juve, a capo dell’Eca (la confraternita dei grandi club europei), Evelina Christillin, pupilla della Real Casa, nel Consiglio Fifa, Michele Uva, direttore generale Figc nonché strenuo difensore di Agnelli nell’inchiesta Juve-‘ndrangheta, vice presidente Uefa e Roberto Rosetti, ex arbitro torinese, presidente della Commissione arbitri Uefa.
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Sapete come si è giunti alla candidatura di Martina Colombari, moglie di Alessandro Costacurta sub commissario Figc e opinionista Sky? È la Gazzetta a raccontarcelo. “La scelta – trascriviamo testualmente – è ricaduta sulla Colombari al termine di un vertice tra il direttore generale della Figc, Michele Uva, il responsabile dei settori giovanile e femminile della Juventus Stefano Braghin, e Alessandro Costacurta, che della Colombari è marito da 14 anni”.
Occorre eleggere il presidente del calcio femminile e due alti rappresentanti federali si riuniscono col tecnico della Juves donne (chissà perchè non del Tavagnacco o dell’orobica Bergamo) e decidono che nessuno è meglio della moglie del subcommissario: quello che in tv, a dispetto del suo passato milanista è riuscito nell’impresa di dire che “Pjanic e Matuidi sono il miglior centrocampo del mondo”, e pazienza se al Real giocano Modric, Kroos e Casemiro, l’importante è compiacere gli amministratori del Condominio.
Ormai Federazione e Juve sono diventate una cosa sola, due cuori e una capanna che fanno e disfano, eleggono Rosetti e silurano Collina e insediano in ruoli apicali i propri congiunti, meglio se simpatizzanti-Juve come da sempre lo è la bella Martina. Beh, siete maliziosi. Tra poco, quando giocherà la nazionale l’inno di Mameli sarà sostituito dall’inno “Juve, storia di un grande amore” e tutti diranno che si tratta di cosa buona e giusta. Il calcio è finito, andate in pace. Amen