Maurizio Zaccone interviene sul caso Juve puntando il dito contro una certa stampa rea di distorcere la realtà dei fatti ascritti al club bianconero.
Il giornalista e scrittore Maurizio Zaccone sui propri canali social ha voluto rispondere alla schiera di giornalisti filo Juventini in merito al racconto del terremoto che ha investito il club bianconero:
“La parte più bella dei negazio-giornalisti, ormai incapaci di nascondere la polvere sotto il tappeto da quando ormai è il tappeto ad essere sommerso dalla polvere, è il richiamo all’equilibrio.
Quelle voci che ci hanno raccontato della bontà contabile delle operazioni, della “juventinità”, di Re Mida sceso in terra fino a far passare la fuga di notte con possibile arresto per un semplice cambio di testimone in virtù di “una nuova era”, adesso predicano calma, riflessione, chiedono di non giungere a conclusioni affrettate.
La parte più esilarante è che nessuno si è stupito di quello che sta uscendo; si attendeva solo il “quando”.
La sorpresa, se c’è stata, è solo per i narratori di favole. Che però sono garantisti e chiedono semplicemente di aspettare primo grado, appello, cassazione, corte europea e giudizio divino prima di scrivere una riga.
Perché, così disabituati a raccontare quel che succede poiché impegnati a rispettare la sceneggiatura scritta, dimenticano che il loro mestiere è proprio quello di dare le notizie.
E anche commentarle. Le sentenze lo sanno già tutti che le scrivono i Tribunali, ma i fatti acclarati devono essere posti a conoscenza di tutti, sia per i riflessi possibili nella giustizia sportiva (diversa da quella ordinaria), sia per il giudizio “morale”, che pure avrebbe il suo peso.
Con il vostro criterio si dovrebbe cominciare adesso a parlare di Calciopoli, vista l’interminabile sequela di ricorsi (falliti) opposti dalla vecchia Signora”.
Zaccone ha poi aggiunto: “Ma il vero processo se lo dovrebbero fare, da soli, questi cantastorie. Quelli che contro ogni evidenza hanno magnificato le imprese dei bianconeri, le operazioni contabili surreali, la protervia, le contraddizioni, gli arbitraggi opachi, le evidenti compiacenze ai limiti dei club satellite, l’effetto Ronaldo” sul calcio italiano, le magliette salvifiche dei bilanci e chi più ne ha più ne metta.
Alcuni di voi, subdorando il pericolo, provano a prendere piccole distanze. I più stoici, resistono. Semmai ci sarà la tempesta, prima ancora dei vertici del calcio italiano, prima ancora della Juventus e dei suoi club sodali, l’augurio è che travolga voi, principali complici di questo scempio, ai quali era affidato il compito di vigilanza più serio, superiore a quello degli organi ufficiali, e che avete beatamente buttato nel cesso alla ricerca di una copia venduta in più e di un briciolo di compiacenza del padrone, diventando i primi artefici della disfatta del calcio italiano. E della nobile professione del giornalismo, ovviamente”.