Uva su Barcellona-Napoli: “Si gioca in Spagna, ma c’è un piano B”

Michele Uva vice presidente della Uefa è intervenuto ai microfoni di Radio Punto Nuovo per parlare di Barcellona-Napoli e problema coronavirus.

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L’aumento dei contagi di coronavirus in Spagna tiene tutti sulle spine anche per la sfida Barcellona-Napoli di Champions League che si giocherà il giorno 8 agosto 2020 al Camp Nou. Il vice presidente della Uefa Michele Uva fa sapere che “ufficialmente il Napoli gioca a Barcellona, a meno che non dovessero esserci delle altre disposizioni. Ci auguriamo che non ci siano problemi, ma in ogni caso sono state già ideate delle soluzioni alternative“.

Sempre Uva ai microfoni di Radio Punto Nuovo parla anche del caso Manchester City ammesso di nuovo alla Champions League dopo aver presentato ricorso:

I documenti sono stati oggetto di analisi da parte di giudici. Non si possono dare giudizi sulle sentenze di organismi giudicanti indipendenti. La UEFA non è stata smentita, il percorso viene analizzato da due camere: i giudici che guarda le carte e poi c’è l’appello al TAS che conferma o meno l’analisi. Il FFP è sempre in evoluzione, è stato creato intorno al 2011 quando avevamo situazioni finanziarie differenti in Europa rispetto ad oggi. C’è un’evoluzione del sistema calcio ed anche il FFP deve seguire le evoluzioni e prevenire le anomalie che lo stesso sistema produce. È normale che il FFP non è uno strumento statico, ma dinamico, che può essere aggiornato dal Comitato Esecutivo della Uefa. Certamente ha prodotto tanti benefici, basti pensare i quasi 2 miliardi che venivano persi, adesso produce utili di circa 600 milioni di euro. Il FFP è uno strumento che controlla che una società spenda sul mercato, quello che introita. Obiettivo è che le società vivano dei propri mezzi. Non è il FFP di certo l’organo che distribuisce le risorse: è bene che sia chiaro. Ci sono società che negli anni hanno sviluppato politiche di sviluppo dei propri ricavi: il Barcellona all’inizio degli anni 2000 fatturava meno di 5 squadre italiane, adesso fattura almeno il doppio della maggior parte di queste squadre. Hanno sviluppato la politica dei ricavi nel mondo. 

Uva ha poi detto la sua sulla ripartenza del calcio per la prossima stagione, su cui incide fortemente il problema legato al coronavirus che ha bloccato i campionati:

La UEFA si è comportata, in questo periodo, con grande senso di responsabilità e leadership per trovare soluzioni ottimali a livello dei campionati nazionali. La data di inizio del campionato di Serie A spetta alla Lega ed alla Federazione di ogni Nazione. La UEFA ha spostato le competizioni europee di un mese, per far in modo che i campionati nazionali ricomincino in date compatibili”. Uva parla poi del tema salary cap: “Ci sono tante cose che possono essere fatte per riequilibrare il sistema. La prima attività deve essere la capacità delle società di produrre maggiori ricavi e controllo dei costi. Il salary cap può essere applicato solo se esteso dalle singole federazioni a tutti i campionati europei, altrimenti non è corretto creare disparità competitiva attraverso le regole. La UEFA non può imporre un salary cap, ma organizzare un sistema che possa ribilanciare la competitività. Noi abbiamo il problema presente, c’è un pilastro della strategia della Uefa e del suo presidente Ceferin per i prossimi 4 anni che prevede proprio lo studio del riequilibrio competitivo. La Champions League è una di quelle competizioni dove non c’è un favorito, tutti pensavano in questa edizione ad un super Liverpool ed invece è uscito agli ottavi. La Champions è la più bella e seguita competizione al mondo. Di questo ne siamo orgogliosi.

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