La vendita della fontana di Trevi in Totòtruffa 62. Il cavalier ufficiale Trevi si accorda per vendere la sua famosa fontana…
La vendita della fontana di Trevi
Per la rubrica cinema napoletano, pubblichiamo alcune curiosità su Totòtruffa 62, in particolare sulla scena della vendita della fontana di Trevi, operata da Toto’ e Nino Taranto ai danni, di Ugo D’Alessio nel ( Decio Cavallo, il turista italo-americano).
Forse uno dei dialoghi cinematografici più divertenti della storia del cinema, tratto dal film Totò truffa 62 di Camillo Mastrocinque (1961). Anche qui sono stati usate locuzioni divertenti che sono rimaste nel parlato quotidiano dei napoletani.
Curiosità su Totòtruffa 62
In origine il film doveva intitolarsi Tototruffa 61, ma il titolo fu cambiato dalla censura in Tototruffa 62 per non abbinare la fatidica cifra “61” (legata al centenario dell’unità d’Italia e alle sue celebrazioni) alle truffaldine avventure di Totò e Taranto.
Nella scena della vendita della fontana di trevi, dopo aver truffato l’ingenuo oriundo, Totò e Nino Taranto guardano dall’altro la scena di Decio Cavallo che viene internato come pazzo.
Se vi recate a Piazza di Trevi, vi accorgerete che non esiste alcuna stradina dalla quale è possibile vedere la scena.
In realtà la scena è stata girata da una delle finestre del palazzo che sta di fronte alla fontana di Trevi. La scena di Totò e Nino Taranto invece è stata girata su una scalinata nei pressi di piazza Navona.
Quando Ugo D’alessio consulta la guida turistica che ha con se per vedere se quello che afferma Totò (ossia che la fontana è stata realizzata da uno scultore svizzero incaricato dal bisnonno del principe De Curtis e che quindi la fontana appartiene alla famiglia di quest’ultimo da lungo tempo) è vero, legge che la fontana è stata realizzata da Bernini. In realtà’ la fontana di Trevi è stata realizzata da Nicola Salvi circa 50 anni dopo la morte del Bernini.
Una volta allertati dai passanti, i vigili arrivano sul luogo della truffa, ma credono che Decio Cavallo sia matto per il fatto che si ritiene il padrone della fontana di Trevi. Gli agenti decidono quindi di chiamare l’ambulanza, ma si sente il suono delle sirene prima che i vigili la chiamino.
Il dialogo tra il Il cavalier ufficiale Trevi e Decio Cavallo
- Nino: (Parla con accento toscano) La mi scusi. L’è mica lei il Cavalier Antonio Trevi famoso proprietario della famosa fontana omonima?
- Totò: Per l’appunto! Nino: Oh! La mi stia a sentire. Io sono incaricato da una grande casa cinematografica americana, di cui non posso fare il nome per ovvie ragioni, la quale, dovendo girare un film storico con la fontana dentro…sa come so fatti gli americani! Sono spendaccioni! La vorrebbero comprare. Se lei è d’accordo, ho il mandato in borsa che ne dice?
- Totò: Scusi, ma lei chi è?
- Nino: Non mi sono presentato? Totò: No! Nino: Mi scusi! Io sono il ragionier Girolamo Scamorza.
- Totò: Girolamo…
- Nino: Scamorza.
- Totò: Caro Scamorza, mi spiace ma io sono già in trattative con quest’altra Scamorza.
- Cavallo: Prego, Decio Cavallo.
- Totò: Già, Cacio Cavallo. ….
- Cavallo: E io sai che faccio? (Tira fuori un rotolo di banconote) Gli do cinquecentomila lire e l’affare è concluso. Tieni.
- Nino: Ah, sì? E che dici te? E che tu dici?
- Totò: E che dico? Io dico che accetto! Il provolone mi ha dato cinquecentomila lire, l’affare è fatto e non si discute più. Arrivederci.
- Nino: Hai fatto l’affare con lui? Oh via. Mi hai fatto arrabbiare! Me ne vo ingrullito! Capito! Me ne vo ingrullito!
- Totò: A non m’importa proprio niente! Hai capito?
- Cavallo: Allora l’affare è fatto. Ci vediamo domani a mezzogiorno al Consolato. Totò: A mezzogiorno.
- Cavallo: Preciso.
- Totò: Aspettami!
- Cavallo: Sì.
- Totò: Non mancare!
- Cavallo: No. (Si salutano stringendosi la mano)
- Totò: Ciao, gorgonzola!
- Cavallo: Ciao, statti buono! A domani cumpà.