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Paolo Truzzu, sindaco di Cagliari si scaglia contro i tifosi del Napoli, rei di aver provocato disordini e scontri prima e dopo la partita tra il Cagliari e il Napoli.
Il sindaco di Cagliari Paolo Truzzu, accusa i tifosi del Napoli di aver provocato tafferugli prima e dopo la sfida tra la squadra di casa e gli azzurri di Spalletti. Nel messaggio affidato a Facebook Paolo Truzzu punta il dito sugli scontri verificatisi durante Cagliari-Napoli. Il sindaco indica i tifosi azzurri come gli unici responsabili dell’accaduto e chiede che vengano puniti.
«Solo l’intelligenza e il buonsenso dei cagliaritani hanno impedito che una partita di calcio potesse trasformarsi in una giornata drammatica. Bastava reagire alla provocazione del tifo organizzato del Napoli, in pieno centro, per scatenare un inferno in città. Cagliari è stata superiore dentro e fuori dal campo. Ho già manifestato le mie considerazioni a Prefetto e Questore, lo ribadirò alla ministra Lamorgese in maniera netta, maggior prevenzione e migliore organizzazione nel rispetto dei protocolli previsti è di loro responsabilità. Fatti del genere non devono più ripetersi. Per me tifare è pura passione e amore viscerale per i colori e per la maglia della mia città e mi auguro che tutti i cosiddetti “tifosi” ribelli, e colpevoli di reato, siano stati identificati e vengano seriamente puniti».
Il sindaco di Cagliari ovviamente non ha sentito i cori razzisti dei tifosi di casa, che hanno anche invitato il Vesuvio ad eruttare.
Cagliari Napoli è stato un match molto teso sia in campo che fuori, tanto da scaturire degli scontri tra le due tifoserie. Ecco di seguito le parole, rilasciate all’Ansa, del prefetto di Cagliari in cui ha spiegato le decisioni prese per evitare che la situazione degenerasse.
«Mi dispiace che alcuni appartenenti alle forze di polizia sono rimasti contusi, un plauso al Questore e tutte le forze di polizia che hanno gestito con calma la situazione e hanno evitato incidenti gravi. I tifosi del Napoli si sono rifiutati di salire sui bus, a quel punto si è ritenuto di non usare la forza anche per non acuire la situazione, costringendoli a salire. Non hanno creato problemi all’arrivo e non ci sono stati incidenti durante il tragitto. Non si può impedire alle persone di fare cori o cori biasimevoli come quelli sentiti. 300 persone che scandiscono quei cori si qualificano da soli, ma si poteva rispondere nella stessa maniera con cori, slogan invece si è cercato il contatto fisico. Il divieto? Deve partire dall’Osservatorio manifestazioni sportive e noi abbiamo rispettato le loro indicazioni, ma vietare una partita è sempre molto grave».