Walter Sabatini e Luciano Spalletti sono come due fratelli. Il dirigente pone il tecnico tra i fattori del Napoli di inizio stagione.
L’ex direttore sportivo della Salernitana ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello Sport. Tra gli altri argomenti ha parlato anche del Napoli e del confronto Kvaratskhelia-Leao. Uomo di calcio e tra gli artefici dell’ultima salvezza della Salernitana, Sabatini si è innamorato del Napoli e lo mette tra le migliori d’Europa.
Sabatini: “Vi spiego Luciano Spalletti”
- Si può dire, usando un paradosso, un ‘sottovalutato’?
“Si deve. Perché Luciano è nato bravo, anzi bravissimo. Le sue conoscenze didattiche sono impressionanti. Può aggiungere poco, quasi nulla: il Napoli ha la precisione del primo orlogio inventato in Svizzera. Ogni giocata è un movimento, con e senza palla, dinamiche moderno e da trent’anni, da quando sta in panchina. Lui cambiò la Roma, lui ha portato l’Inter dove volevano, in Champions“. - Lui e Mourinho Domenica.
“Ecco un altro che fa dipendere il proprio club da se stesso. Perché non so cosa sarebbe la Roma senza Mou. Ha un calcio diverso, chiamiamolo freddo, cinico, tutti quegli attivi che mi fanno anche un po’ schifo perché sanno di niente, ma è quarto e dunque è da scudetto: chi arriva là, se la gioca fino alla fine. E gli mancano Dybala e Wijnaldum, che recupererà. Ha il vegano, Smalling che è irrinunciabile, va a storzzare le linee, ad aggredire il probabile rifinitore, a stracciare gli avversari e poi, se gli capita, fa pure gol. C’è il segno di Mou pure in questo“. - Ma il giocatore che ti piace di più è Kvara
“Non ho mai conosciuto l’invidia, tranne ora che ho scoperto questo ragazzo. Giuntoli è stato un fenomeno, da applausi, perché questa è un’opera d’arte. La gestione del mercato è una lezione per tutti, vanno fatti i complimenti anche ad ADL: hanno rivoluzionato, si sono liberati – mi verrebbe da dire con poca eleganza facendo pulizia – di un gruppo che oramai aveva dato tutto ed hanno pure tagliato i costi e fatti lievitare il tasso tecnico. Poi hanno affidato tutto a quel gran genio di Luciano e via“.
Oltre le parole di Sabatini è chiaro che Spalletti sia uno dei segreti di questo Napoli. Il tecnico ha saputo riprendere una squadra dalle ceneri e trasformarla a sua immagine e somiglianza, dandole un’anima e un gioco che fa incantare.