Ricordi d’Oro: Rosario Rivellino Rivela i Dettagli dell’Arrivo di Maradona al Napoli

Francesco Pollasto 3 Min Read
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L’ex allenatore della primavera del Napoli, Rosario Rivellino, ripercorre il giorno in cui Maradona si unì al Napoli.

NOTIZIE CALCIO NAPOLI.  L’ex allenatore della primavera del Napoli, Rosario Rivellino, è stato recentemente ospite a Radio CRC nella trasmissione “Si Gonfia la Rete” di Raffaele Auriemma, condividendo alcuni ricordi indimenticabili del giorno in cui Diego Maradona, uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi, si unì al Napoli.

Ricordo il 30 giugno 1984 come se fosse ieri,” ha iniziato Rivellino. “Collaboravo strettamente con Juliano, che mi mandava a osservare vari giocatori, quando mi disse che avevamo l’opportunità di prendere Maradona.” Nonostante l’iniziale riluttanza del presidente Ferlaino, dovuta alla richiesta di 12/13 miliardi, la trattativa fu portata avanti con abilità dai dirigenti, e Maradona fu finalmente portato a Napoli.

Rivellino ha inoltre ricordato il suo primo incontro con Maradona in un allenamento al campo Paradiso. “Mi sembrava più un giocatore da circo per i numeri tecnici insuperabili,” ha detto. Tuttavia, Rivellino ha ricordato Maradona come una persona eccezionale, molto interessata ai giovani calciatori, che trattava “come figli”.

Non si è trattato solo dell’arrivo di Maradona, però. Rivellino ha anche ricordato l’acquisto di un altro importante giocatore, Bagni, insieme a Marchesi. “Stavamo al mercato a Milano quando arrivò la telefonata che ci informava della disponibilità di Bagni a cambiare squadra dopo un litigio,” ha raccontato.

Rivellino ha inoltre parlato dell’importanza di investire nel settore giovanile, sia economicamente che in termini di competenze e strutture. Ha elogiato Ferlaino per aver creato un forte settore giovanile, sottolineando che la squadra che ha vinto il primo scudetto aveva otto giocatori provenienti dal settore giovanile.

“Non si tratta solo di scoprire fenomeni, ma di coltivare buoni titolari,” ha detto. “Napoli è una miniera di talento, ma bisogna saperli curare e far crescere, con le strutture e le competenze adeguate.”

Queste parole non potrebbero essere più vere, soprattutto oggi, quando l’unico rimasto di quella gloriosa epoca è Lorenzo Insigne. Rivellino ci ricorda così l’importanza di guardare non solo alle stelle.

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