Il Napoli esce sconfitto dall’ennesimo duello contro l’Atalanta. Il futuro di Gattuso sembra non essere in bilico.
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Gli azzurri hanno collezionato 12 sconfitte stagionali su 34 gare. 8 sconfitte in campionato su 22 partite, 21 sconfitte su 64 partite totali, 4 sconfitte su 6 gare nel mese di febbraio. Antonio Corbo su Repubblica ha analizzato la situazione del Napoli e ha chiarito quale sarà il futuro di Rino Gattuso:
“L’ottava sconfitta di un campionato sinistro fa più tristezza che rabbia. L’ultima scena si può solo immaginare. Il pensiero accompagna Osimhen, un’ambulanza velocemente lo porta al “Papa Giovanni”. Immediata la reazione del Napoli: va tutto male, si è ormai perso il conto degli infortuni, meglio sospendere i processi, le sbandate sono troppe per non avviare una riflessione.
Il settimo posto di ieri sera con 40 punti ne segnala solo tre di ritardo sulla soglia della zona Champions.
Ma in una corsa serrata si misurano anche Roma, Lazio, Atalanta e Juve, che come il Napoli ha una partita in più da giocare.
Tutto gira intorno ad una domanda: il cambio di guida tecnica è la soluzione migliore? Il silenzio stampa evita strappi d’impeto. Far parlare Gattuso può essere un rischio per lo stesso allenatore.
E ora, che fare? A quattro giorni dal ritorno con il Granada per gli ottavi di Europa League sarebbe non solo sbagliata, ma certamente intempestiva una decisione drastica. Manca tra l’altro il giusto allenatore di ricambio. Peggio pensare ad un supplente. La società è chiamata ad una valutazione delicatissima”.
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Corbo ha poi aggiunto: “Fino a che punto è rimediabile la qualificazione Champions con una nuova guida tecnica, quanto hanno inciso gli infortuni, , quale incidenza ha avuto la preparazione atletica non sui traumi e sui contagi, ma sugli insulti muscolari, da che cosa è determinata l’affannosa ricerca di un modulo.
L’effettivo 4-4-2, con il capitano fuori, sembrava reggere. Ha deciso non il modulo, ma una serie di errori difensivi che danno la gravità del momento. Inadeguato il brevilineo Mario Rui nel saltare con il colosso Zapata, uno dei peggiori affari del Napoli, uno scempio quella cessione, in accordo con Sarri che valutava i giocatori solo in rapporto al suo gioco.
Storie passate, ma questa crisi non è cominciata ieri a Bergamo. E non è finita con l’esonero di Ancelotti e una cattiva gestione di una squadra senza’anima“, ha concluso Antonio Corbo.