Da Torino attaccano: “Plusvalenze tutti con la Juve, è il Napoli?”

La Procura Figc ha chiesto di riaprire il caso plusvalenze per la Juve ma non per il Napoli, in base all’articolo 63.

Chiaramente ci sono fondamenti giuridici per riaprire il caso della Juve e non quello del Napoli. A spiegarlo è l’avvocato Mattia Grassani. Ma Tuttosport scrive: “Napoli e Chievo restano fuori, perché non coinvolte in affari con la Juventus. Il Napoli, per esempio, era stato messo sotto inchiesta per l’operazione Osimhen con il Lille e, quindi, non indagato nell’operazione dei pm torinesi (in teoria ci sarebbe su quell’operazione un faldone aperto dalla Procura di Napoli, ma chissà dov’è finito)“.

Poi prosegue: “Si crea quindi il paradosso che si riapra solo parzialmente un procedimento che aveva visto coinvolte undici società per le stesse identiche imputazioni, ma solo nove sono finite nell’indagine della magistratura e quindi solo per quelle si richiede un nuovo processo. Come può essere giuridicamente accettata una simile disparità di trattamento? Ci sono i buoni, che non hanno concluso affari con la Juventus che si tengono l’assoluzione, e i cattivi che sono finiti nell’inchiesta: tutti, però, hanno commesso, anzi in realtà non commesso visto che sono stati assolti, la stessa violazione. Tutto tecnicamente giusto, ma come si fa a rappacificare questa stortura con il buon senso?“.

Insomma da Torino non guardano ai problemi di casa loro, ma pensano che debbano essere coinvolte anche altre squadre, come se questo potesse alleggerire la posizione bianconera.

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