Hipster, instagrammabile, veste bene, non bestemmia e non suda: welcome to Pirlolandia!

Pirlo alla Juventus è una storia tutta italiana. Pirlo è un po’ come l’hipster figlio di papà che ottiene tutto e subito. Ma la questione è culturale, l’Italia non premia il merito

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Andrea Pirlo fa all in; si prende tutto e subito. L’ex playmaker rileva il posto dello “sciagurato” Sarri, il ‘vecchio bestemmiatore’, trattato dalla Juventus come un mezzosangue. La narrazione di Sarri è presto detta: il toscano è quello che suda, è quello che perde; insomma uno così non può che far parte degli “altri”. Eppure Sarri, al di là della insopportabile retorica del comandante, è arrivato al vertice del calcio italiano (ed europeo) dopo 20 anni di fango. Sarri è partito dai campi in terra battuta dello Stia, ha rinunciato al “posto fisso” per inseguire quella che all’inizio sembrava solo una chimera. Certo, siamo d’accordo… tutto questo, benché vero, suona tremendamente stucchevole. Però, secondo il parere di chi scrive, è necessario ribadirlo per fare luce sui processi mentali che hanno portato a questo curioso passaggio di consegne.

Pirlo alla Juventus è il modello vincente: non suda, non impreca e il suo stile è impeccabile. E’ l’allenatore perfetto per creare una nuova narrazione estetica del club

Pirlo si prende tutto e subito. Lo stile è impeccabile, l’aplomb è quello di un principino. Andrea Pirlo, è l’icona hipster che piace al popolo di instagram. Ma l’allenatore di calcio, il mister… per ora è un’altra roba. L’ex regista del Milan e della nazionale non ha mai approcciato al mestiere, nemmeno con i ragazzini delle giovanili. Si fa presto a dire tecnico se non sai nemmeno le basi del mestiere. Beninteso, anche un vero impiegato di banca – diciamo pure il Sarri del dopolavoro di Stia – vincerebbe un campionato senza rivali credibili.

Pirlo alla Juventus, una storia tutta italiana

Pirlo alla Juve è una storia tutta italiana. E’ l’hipster figlio di papà che ottiene tutto e subito e scala, senza merito alcuno, i vertici dell’azienda. In questo, sì, sembra un predestinato. In questo è l’italiano medio dell’upper class. Ed è peraltro lo specchio di Andrea Agnelli, il quarantenne di successo che non ha bisogno di dimostrare perché in certi contesti forma e sostanza sono la stessa cosa. Lo ius divinum dei baciati dalla buona stella. I belli, i vincenti, quelli che non sudano, quelli che non s’arrabbiano. Quelli che non s’infilano le dita nel naso a favore di telecamera. I giornali, intanto, parlano di Pirlolandia. Viene quasi da ridere. Prendo in prestito le parole dell’amico e collega Luigi Fattore: “Qualcuno mi sa dire dove posso reperire materiale video sul gioco espresso dalle squadre di Andrea Pirlo in modo da prendere parte anch’io a questa eccitazione collettiva?” 

 

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