Pellisier: “Osimhen più forte grazie a Spalletti. Allegri non ha più i giocatori di una volta”

Francesco Pollasto 3 Min Read
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Sergio Pellissier, presidente del FC Clivense ed ex calciatore, fra le tante, di Torino e Chievo, parla del Napoli e della corsa scudetto in serie A

PELLISSIER SU SPALLETTI E ALLEGRI

Sergio Pellissier ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio. Ecco quanto evidenziato da Napolipiu.com:

Osimhen? Ho sempre detto che mi piace, è bravo a tener palla, forte di testa e sa sfruttare gli spazi. La piazza napoletana è difficile perché pretende sempre il massimo, lui deve solo ambientarsi. Riguardo il suo exploit bisogna dare meriti anche a Luciano Spalletti: crede fortemente nel nigeriano e sa come gestirlo anche nei momenti di difficoltà.

Gattuso è stato sfortunato, nella scorsa stagione, a non averlo a disposizione.

Juve? Ha cambiato molto e non ha più i giocatori di una volta. Fanno fatica a giocare, ma bisogna dare il giusto tempo di assestamento al nuovo allenatore, anche se per Allegri è un ritorno. Max non ha la stessa rosa di due anni fa, dunque gli va dato tempo. Ammissione di colpa della società? No, hanno provato altre strade che non hanno portato i risultati sperati nei tempi brevissimi che un club come quello di Torino richiede.

Belotti? Giocatore completo che fa reparto da solo. Per i difensori è sempre difficile marcarlo. La differenza rispetto a qualche stagione fa è che ora partecipa di più alla manovra, legando il gioco, dunque fa meno reti. Se avesse cambiato casacca, indossando quella di una squadra in cui si sarebbe limitato a fare la punta, avrebbe potuto fare un’altra carriera”.

Sergio Pellissier, appese le scarpette al chiodo è diventato  presidente del FC Clivense, club di terza categoria.

“Non avevo mai visto la terza categoria, ora la vivo in prima persona con FC Clivense. Devo dire che c’è tanta passione e voglia di mettersi in mostra. Siamo partiti bene con tre vittorie nelle prime tre. A questo livello ho capito che la burocrazia è lentissima, ma, per fortuna, la FIGC è molto vicina ai piccoli club. Le strutture, purtroppo, sono poche e carenti. Ogni squadra deve giocare dove gli danno il campo, ed i manti erbosi non sono quasi mai buoni. Dispiace perché ci sono tanti calciatori bravi che potrebbero fare di più, così come società virtuose”.

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