Morto Paolo Rossi, l’eroe di Spagna 82 disse no al Napoli. Pablito fu fischiato dai 90 mila del San Paolo

Quando Paolo Rossi disse no al Napoli. Il campione di Spagna 82 si è spento a 64 anni. Sei anni dopo il rifiuto di Pablito arrivò Maradona.

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Dopo la prematura scomparsa di Diego Armando Maradona, il calcio piange ancora un campione, è morto a 64 anni Paolo Rossi l’eroe del Mundial 82.
La triste notizia è stata diffusa nella notte dai media, dopo che la moglie, Federica Cappelletti, aveva pubblicato su instagram un messaggio: “ Per sempre“, pubblicando sul social network una foto di lei col marito.
Paolo Rossi nel mondiale in Spagna del 1982 si aggiudicò il titolo di capocannoniere sotto il ct Enzo Bearzot. Stesso anno in cui vinse il Pallone d’oro. Con la Juventus di Giovanni Trapattoni negli anni ’80 ha vinto due scudetti, una Coppa Italia, una Coppa delle coppe, una Supercoppa europea e la Coppa dei campioni nel 1985.

PAOLO ROSSI E IL NAPOLI

Correva l’anno 1979 il Vicenza retrocede in serie B, tra le sue fila c’è Paolo Rossi. Il patron Giussy Farina è costretto a cedere la sua stella, si fanno sotto la Roma e il Napoli. Paolo Rossi preferirebbe tornare alla Juventus, che tre anni prima aveva venduto a Farina la sua metà per 100 milioni di lire, ma un po’ per orgoglio e un po’ perché altri club offrono di più Farina vorrebbe mandare il giocatore altrove. Lo propone a destra e a manca, trovando in Ferlaino il miglior interlocutore. Il presidente del Napoli fa pressing: all’ingaggio si aggiungono benefit di ogni tipo, fra cui una villa a Posillipo, ma Rossi continua a preferire la Juventus e, in subordine, il Milan fresco campione d’Italia con la prospettiva di disputare la Coppa dei Campioni.

FERLAINO

C’è di più. Come rivelerà Filippi, gli sponsor personali di Rossi premono perché non vada a Napoli, che a quei tempi significa uscire dal grande giro. Ferlaino però non molla e a metà giugno l’annuncio sembrava vicino. ma Pablito non ne volle sapere. Fece cambiare tutti i titoli dei giornali, che avevano già annunciato “Paolo Rossi al Napoli, è fatta!”. A complicare il tutto c’è anche il fatto che Rossi e Farina sono soci in affari in una finanziaria. Non c’è insomma un vero no al Napoli, ma una trattativa bloccata dal prezzo troppo alto del giocatore e dal suo desiderio di andare in una squadra subito da scudetto.

IL PERUGIA E IL CALCIOSCOMMESSE

Spunta così il Perugia reduce da un grande secondo posto, quello del record di imbattibilità: il presidente D’Attoma e il direttore sportivo Ramaccioni si rendono conto che per il futuro Rossi sogna un grande club ma anche che nel presente l’unico suo desiderio è evitare la serie B. Farina opta per il prestito al Perugia: 500 milioni di lire più il prestito, con possibilità di comproprietà, di Cacciatori e Redeghieri, con il pensiero poi di vendere Rossi nel 1980 davvero per 5 miliardi o addirittura di più.
Rossi va al Perugia, ma il calcioscommesse toglierà a lui due anni di carriera e a Farina quasi tutti i soldi che si sentiva già in tasca. Il ‘no’ al Napoli non c’è insomma mai stato, perché su Rossi c’era mezza Italia, ma su quell’operazione rimarrà per sempre il mistero essendo le cifre ufficiali ben lontane dalla credibilità.

PAOLO ROSSI napoli
foto archivio Morgera.

I FISCHI DEI 90MILA

Le simpatie mutarono in un battibaleno, ieri amore, oggi odio. Paolo Rossi disse no al Napoli e se ne andò al Perugia.

Il 21 ottobre 1979 il Perugia fu di scena a Napoli, in un San Paolo pieno come un uovo, di sabato, 90000 spettatori vennero solo per Paolo Rossi. Ma non per applaudirlo come si fa con un campione. Vennero per fischiarlo.

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LA VERITÀ DI PAOLO ROSSI

A trent’anni di distanza dal suo no al Napoli, Paolo Rossi decide di raccontare la sua verità sul rifiuto al Napoli:

Col presidente del Napoli Ferlaino ci sentimmo per telefono, era il 1979, e spiegai a lui che non volevo servire alla sua squadra soltanto per fare la campagna abbonamenti e niente più. Come calciatore e per le mie legittime ambizioni volevo avere l’assicurazione che sarebbe stato in grado di costruire una squadra che mi avrebbe permesso di conseguire grandi risultati, non volevo correre il rischio di giocare per molti anni senza vincere assolutamente nulla. Solo 6 anni più tardi, con l’arrivo di Maradona, il Napoli iniziò ad essere competitivo per vincere il campionato”.

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