Per Massimiliano Varricchio, Osimhen è diventato un leader dello spogliatoio e sta godendo di una crescita incredibile con Spalletti
A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Massimiliano Varricchio, ex calciatore, tra le altre, del Napoli.
Milan orgoglio italiano in Europa contro il Tottenham? “Bella vittoria del Milan, importante per riprendere entusiasmo. Due squadre che venivano da un periodo non proprio brillante, ma i rossoneri hanno offerto una grande prestazione”.
La Cremonese ha più possibilità di salvezza o di andare avanti in Coppa? “Credo che la cosa più importante sia la salvezza. In Coppa ha fatto un percorso straordinario, tuttavia ritengo che sia la salvezza l’obiettivo principale, per quanto complicato possa essere”.
Ci sono margini per riaprire il discorso salvezza? “Non ci sono squadre spacciate, al momento. Il calcio è strano, possono incidere tanti fattori, come la condizione fisica dei prossimi mesi, che può cambiare ed influire. Certo, il margine d’errore è minimo, ma non escluderei nulla”.
Quali sono i motivi di un distacco tanto ampio tra il Napoli e le inseguitrici? “Va riconosciuto il campionato eccezionale degli azzurri, sia dal punto di vista dei risultati ma soprattutto delle prestazioni. Il Napoli giova anche della convinzione, che si alimenta successo dopo successo, ma anche della spinta del suo pubblico. Certo, anche le inseguitrici aiutano in qualche modo i partenopei con una costanza che stenta a confermarsi. Ritengo che siano questi i fattori che incidono sul divario”.
Ricordi dell’avventura con il Napoli? “Sono ricordi bellissimi. Pur non avendo mai giocato in Serie A, nelle categorie inferiori ho visto stadi che offrono emozioni incredibili, ed il San Paolo era uno di questi. Ci sarebbero tante storie da raccontare, e che porterò sempre con me”.
Per Varricchio Spalletti è stato bravo anche nell’inserimento di Kim
Osimhen cresciuto tanto, è diventato un leader? “E’ un calciatore che è cresciuto in maniera incredibile dal suo arrivo. Nei primi mesi si intravedevano delle qualità, ma ora è diventato consapevole delle proprie capacità. Soprattutto, il nigeriano è diventato un leader dello spogliatoio. Considerato che il giocatore ha ancora margini di crescita, non oso immaginare che calciatore potrebbe diventare”.
Sul percorso di crescita del nigeriano hanno influito Spalletti e l’arrivo di Kvara? “Sono d’accordo. Spalletti sta facendo un ottimo lavoro, e l’allenatore è molto importante per il percorso di crescita dei giocatori. Potremmo prendere come esempio Allegri, che è un grande gestore ma non direi lo stesso per l’allenatore. Luciano è stato bravo anche nell’inserimento di Kim, un difensore che mi ricorda Chiellini per mentalità e concentrazione. Inoltre, anche giocare al fianco del talento georgiano aiuta nel gioco e nella realizzazione”.
Il rendimento di Osimhen può, in qualche modo, danneggiare Simeone? “E’ un calciatore che mi è sempre piaciuto. Pur non avendo doti eccelse, ha una grande fame di gol ed è capace di ottime letture. È chiaro che in un Napoli così può avere poco spazio, ma riesce sempre a fare la differenza quando entra in campo”.
Cannavaro, De Rossi, Inzaghi: grandi calciatori che da allenatori necessitano di gavetta o soltanto di tempo? “Giocatori di un certo livello non credo abbiano molto da imparare, soprattutto a livello conoscitivo. Forse, nella capacità di trasmettere tale conoscenza sarebbe necessaria la cosiddetta gavetta. Il tempo, tuttavia, non viene più concesso a nessuno, visti i ritmi frenetici che il calcio di oggi impone. Nelle difficoltà, poi, gli allenatori sono sempre i primi a pagare”