Napoli-Atalanta 0-3: la lezione di Conte che i media non vogliono raccontare

Tra la disfatta con l’Atalanta e la notte di San Siro: così il tecnico prepara la risposta da campione


C’è un momento in cui ogni squadra che vuole vincere deve guardare in faccia la realtà. Per il Napoli di Antonio Conte quel momento è arrivato, al Maradona, contro un’Atalanta che ha battuto gli azzurri.

Non inganni il sorriso del tecnico salentino nel post partita. Chi lo conosce sa che quello è il ghigno di chi ha già in mente la risposta. Lo abbiamo visto alla Juventus, quando dopo le sconfitte più pesanti costruiva le vittorie più belle. Lo abbiamo visto all’Inter, dove ha trasformato una squadra traumatizzata in una macchina da guerra.

Quel “l’Atalanta è più forte di noi” non è una resa. È la prima pietra di una costruzione che avrà il suo esame di maturità tra sette giorni a San Siro. Perché il calcio è fatto di momenti, e questo è il momento della verità.

Lukaku annullato da Hien? Bene. Meglio scoprirlo ora che tra un mese. I fischi del Maradona? Anche quelli serviranno. Perché per vincere servono fame e rabbia. E ora il belga ne ha da vendere.

La capolista traballa? No, la capolista cresce. Chi pensa che il Napoli sia in crisi non ha capito nulla di Conte. Le sue squadre non crollano mai, si trasformano. Il 0-3 non è una bocciatura, è un’opportunità. L’opportunità di dimostrare che questo gruppo ha le spalle larghe.

Domenica c’è l’Inter. La “sua” Inter. E non è un caso che arrivi proprio ora. Il destino a volte sa essere perfetto nella sua crudeltà. Ma chi vuole fare la storia deve attraversare queste notti. Deve guardarle negli occhi e non tremare.

Il popolo azzurro lo sa. Gli applausi dopo il triplice fischio non erano di circostanza. Erano il sostegno di chi ha capito che le grandi imprese nascono nei momenti difficili. Di chi sa che questa squadra ha ancora fame.

E allora ben venga questa sconfitta, se serviva a ricordarci che la strada è ancora lunga. Ben vengano i fantasmi, se ci fanno capire che siamo vivi. Ben venga la paura, se ci rende più forti.

Perché tra sette giorni, a San Siro, non scenderà in campo solo una squadra. Scenderà in campo un’idea. L’idea che il Napoli non è più quello che si accontenta, che si piange addosso, che cerca alibi.

Conte lo sa. Lo sapeva già ieri, quando sorrideva in conferenza stampa. Perché le grandi squadre si vedono nelle difficoltà. E questo Napoli ha tutto per essere grande.

La notte è buia? Bene. Vuol dire che l’alba è vicina.

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