Il Napoli fa ricorso al Coni contro la multa di 230.000 euro: Il caso delle interviste con DAZN

Dopo le condanne del Tribunale Federale e della Corte d’Appello, il Napoli si cimenta in un ulteriore passo legale contro la Serie A.

Il Napoli ha deciso di fare un ulteriore passo legale contro la multa di 230.000 euro inflitta dalla Lega Serie A per presunti inadempimenti relativi a interviste e riprese dopo le segnalazioni di DAZN. La questione, emersa a seguito delle gare con Torino e Barcellona della passata stagione, ha visto il club di Aurelio De Laurentiis condannato sia dal Tribunale Federale sia dalla Corte d’Appello.

Ricorso al Collegio di Garanzia del Coni

Il club partenopeo ha scelto di impugnare la decisione al Collegio di Garanzia del Coni, l’organo supremo per le controversie sportive in Italia. La mossa rappresenta un tentativo di annullare o quantomeno ridurre l’importo della sanzione che Napoli ritiene ingiusta. Questo passo arriva dopo una serie di decisioni sfavorevoli in ambito giuridico, e mira a risolvere la controversia attraverso un’ulteriore revisione della questione.

Il conflitto con DAZN e la rabbia di De Laurentiis

La controversia tra il Napoli e DAZN ha radici profonde e ci riconduce alla programmazione della ‘vecchia’ partita contro l’Atalanta, fissata per la vigilia di Pasqua alle 12.30. L’orario, che segue una sosta per le nazionali, è stato considerato sfavorevole dal presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, che ha espresso la sua frustrazione pubblicamente. La decisione di programmare l’incontro in quel periodo ha accentuato le tensioni tra il club e il broadcaster, contribuendo a una serie di contestazioni.

La multa e il ricorso hanno sollevato interrogativi riguardo alla gestione dei diritti televisivi e alla comunicazione tra i club e i broadcaster. Se il Napoli dovesse ottenere un esito favorevole dal Collegio di Garanzia, potrebbe avere ripercussioni significative sulla modalità di gestione delle interviste e delle riprese nel campionato italiano. Questo caso potrebbe anche portare a una revisione delle norme in vigore e a una maggiore chiarezza nelle relazioni tra le squadre e i media.

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